domenica 1 aprile 2007

perchè

non sarò mai un filosofo. non mi chiederò più il perchè delle cose. le accetterò così come vengono. è il modo migliore per rendersi conto che non è difficile vivere la vita in maniera leggera e quasi irresponsabile. se oggi piove, se domani c'è il sole, se le bombe cadono sulla città, se il mio vicino si suicida, se il gatto attraversa la strada e muore, se le stelle si spengono, se il pianeta deperisce, se il deserto avanza...io non lo so. non so trovare un motivo a tutta questa catastrofe ambulante. non so il perchè di un miliardo di cose dalle più piccole alle più gigantesche. e allora? decido di fermarmi a pensare e tormentare la mia vita chiedendomi il perchè o mi metto lì a guardare allibita quello che succede e poi continuo a vivere come niente fosse? se penso a tutte le cose che mi sono successe, se penso a tutte le cose che ho vissuto, se penso alle cose che non ho vissuto e poi penso alla storia in generale, allora sì che riesco a trovare le motivazioni e le cause, ma in estemporanea è troppo più difficile. so o credo di sapere il perchè di tante guerre, di tante lotte, di tanti momenti storici; cerco di nutrire la memoria e mantenere vivo il ricordo per non ritrovarmi nuovamente davanti alle stesse scene, per non rifare gli stessi errori, ma quando non dipende da me e quando non sono io a prendere la decisione, come si fa? ci si deve chiedere il perchè o aspettare le conseguenze e poi dedurre le cause? forse è un discorso già di per sè filosofico, forse qualcosa di filosofico c'è in quelle persone che non riescono mai a trovare la risposta giusta, in quelle persone che riescono ancora a far in modo che il seme del dubbio s'insinui nella loro mente. non c'è storia che tenga quando l'ignoranza dilaga, non c'è perchè che possa garantirci un futuro migliore senza una nutrita schiera di "ammetto d'aver sbagliato". evviva questo nostro mondo così complicato e così sordo a tutte le nostre domande!