martedì 29 aprile 2008

o

dovrei solo riuscire a conoscere quest'essere meraviglioso di cui tutti dicono.
speriamo bene.

lunedì 28 aprile 2008

face to face

vederti appeso lì a quel muro di marmo non è stato facile...perchè tu non sei lì, sei dovunque tranne che lì. sei nelle persone che ti hanno voluto bene. ed ora mi viene da pensare che, come Elvis o Marilin, sei sulla tua bella isola deserta a goderti la vita alla faccia nostra. arrivederci caro!

domenica 27 aprile 2008

proprio niente o forse tutto

una finestra sull'oriente, sull'india attraverso gli occhi di una delle mie sorelle. c'è l'ha addosso e si vede e si sente. la tranquillità l'ha scossa e attraversata. perchè loro non hanno proprio niente e a noi dà rabbia, fastidio, mentre loro, atarassici, vivono con il loro ritmo scandito da strumenti dal suono melodioso e profumi che pizzicano le nostre narici troppo abituate agli odori raffinati. lì sanno di che gioire anche se ai nostri occhi non c'è nulla per essere felici. il caos, l'assurdo, l'impensabile racchiudono un mondo che ogni giorno si muove lento e sinuoso ai piedi di una vetta innevata del nepal o sulle rive di un fiume sacro come il gange. non visiterò mai quella terra, ma da lontano ne ammirerò sempre la ricchezza di spirito.

sabato 26 aprile 2008

sul filo

correre, trascorrere, percorrere...andare avanti e non guardare troppo indietro tranne che dallo specchietto retrovisore per vedere quella realtà passata, rovesciata, ma coerente con sè stessa. il contesto è sempre più importante della situazione in sè. voglio solo riuscire a capire qualcosa di più, ma non mi va di farmi domande. spirito critico, spirito e basta...un filo impercettibile che mi lega a kilometri e kilometri di distanza ad un mondo che è sempre nella mia mente e nel mio cuore. e come un aquilone volteggio in attesa di ritoccare terra.

giovedì 24 aprile 2008

cancro

"Alcuni uomini non diventano pensatori solo perché hanno una memoria troppo lunga", affermava il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Dovresti riflettere su questa frase enigmatica, Cancerino. La tua capacità di aprirti a nuove prospettive non è mai frenata dai legami che hai con il tuo passato? È possibile che alcune esperienze a cui sei affezionato ti impediscano di reinventarti continuamente? Se la tua risposta è sì, è arrivato il momento di liberarti dei vecchi atteggiamenti. Cerca di ricordare meno e di essere più disponibile verso il futuro.

aspettando l'ispirazione

la nascita di Radio Alice dal film Lavorare con lentezza

mercoledì 23 aprile 2008

rom'antica

ci sono dei luoghi che hanno vissuto la storia e che hanno visto passare milioni di persone e che ancora resistono alle intemperie e alla mano dell'uomo. l'uomo li ha costruiti, l'uomo ha tentato e a volte tenta di distruggerli, ma loro persistono e si ergono a memoria di ciò che una volta sono stati. ed io li ammiro e immagino quanta gente sia passata da lì prima di me, immagino come siano stati nel loro splendore autentico e non posso fare a meno di provare una certa malinconia...mi perdo nell'enigmatica bellezza di una perfezione che nella sua composta decadenza affascina e sconvolge.
non si può, non si deve ignorare nè disprezzare il passato quando contribuisce a creare esperienza e a migliorare il futuro.

venerdì 18 aprile 2008

earthland

esiste sempre un momento giusto, una frase giusta, un comportamento adeguato, un abbigliamento adeguato, un giorno speso bene, una notte indimenticabile, un paesaggio mozzafiato, uno sguardo coinvolgente, un viaggio ai confini della realtà...e potrei continuare fino alla nausea, aggiungendo ad ogni sostantivo il corrispondente aggettivo per esprimere attimi di felicità che è difficile rendere con esattezza. trovare le parole perdute nella mente, correre il rischio di essere fraintesi e di rovinare in affermazioni quasi scontate è uno dei pericoli che bisogna affrontare a cuore aperto in certi casi. girare e rigirare, per poi vuotare il sacco e darsi la possibilità di vedere cosa c'è sotto. poi magari si riesce a vedere le cose da quel punto di vista esterno, quello che permette di comprendere e di apprendere a pieno. ecco. quel fatidico punto di vista che dà l'idea della completezza, del senso intrinseco e della sostanza reale. ed è allora che ci si ritrova ad un punto di partenza e in quel momento io mi sento pronta a pizzicare le corde per comporre una nuova stupenda melodia. certo, se sapessi suonare sarebbe molto più semplice, ma siamo fatti per imparare sempre cose nuove e riconoscere di non sapere è già importante. e il mio rapporto con il tempo sembra anche migliorare. sento di averne a disposizione tanto, di non dovermi affaticare per raggiungere quel ritmo frenetico che ossessiona tutti. guardare la vita in prospettiva di un futuro che è domani, ma che è anche tra cinquant'anni fa di ogni attimo vissuto un granellino di esperienza che si somma all'infinito. la lancetta delle ore è davvero più importante di quella dei minuti e di quella dei secondi? non saprei. e noi siamo tutti come delle scatole cinesi e dei cerchi concentrici che si contengono e sono contenuti a loro volta in qualcosa di più grande. e la felicità e la tristezza si alternano in un'altalena di ricordi e di raccordi, e ogni pensiero e ogni parola si attorcigliano a una rete invisibile come fa il rampicante quando sale su un pergolato. mi tengo stretta, ancorata a quelle poche certezze che ho e provo a costruire ogni giorno un pezzetto di me che sia migliore e che sappia affrontare le situazioni senza urtare contro gli altri come un elettrone impazzito. non esistono propositi migliori di questi, ma la vita come al solito non è mai così lineare.

giovedì 17 aprile 2008

forza e coraggio

stavolta cielo plumbeo, ancora tetti, pochi comignoli, paraboliche a bizzeffe e poi qualche rondine perchè dovrebbe essere già primavera inoltrata. e un gabbiano insolitamente vola libero ed elegante, segue le correnti e plana, cambia direzione disegnando in quel cielo miriadi di traiettorie come ghirigori. lo guardo incantata come sempre da tanta sicurezza e grazia. non sbaglia, non cede, è deciso. provo ad immaginare come gli sia tanto facile stare a chilometri di distanza dal mare, suo ambiente naturale, e cosa lo porti a spingersi tanto lontano, a voler sfidare la città senza paura. davvero tutto cambia. anche la natura sembra aver rivoluzionato i suoi ritmi, le sue regole. non c'è un luogo che sia ancora lo stesso di un anno fa. ed io pure mi allontano dalla mia terra e ogni volta che ritorno, trovo sempre qualcosa di diverso, perdo i passaggi intermedi e passo ai cambiamenti...dovrei stabilizzarmi. dovrei scegliere un posto dove vivere tutti i passaggi. non si può sempre sorvolare da qui a lì e tralasciare quello che ci sta in mezzo...o forse sì. o forse è meglio girare e rigirare e cercare di cogliere ogni possibilità, ogni occasione che mi viene data e infischiarmene del contesto, di quello che c'è attorno, perchè in fondo un luogo vale l'altro e la gente è gente dappertutto. gli affetti me li porto sempre con me, nel cuore. la mente ha altre cose a cui pensare. sempre più impegnata a prendere decisioni che dovrebbero gettare le basi di un futuro che si avvicina ogni giorno di più. e il gabbiano continua a volare. io sogno quella libertà e quella sicurezza e mi sento infinitamente piccola e insignificante davanti a tanta forza. prendere una decisione e fare una scelta è quello che ci si aspetta da ognuno di noi, una volta arrivati all'inevitabile bivio. anche scegliere di non scegliere è fare la propria scelta...seguire l'istinto è già qualcosa, seguire la coscienza è molto di più, ponderare i fattori e ragionare è il massimo. tic, tac...vorrei tanto che l'orologio scandisse sempre gli stessi dieci minuti ritardando e dilatando il tempo incredibilmente. ma poi sarebbe come vivere nel limbo. sarebbe come stare fermi in una transizione perenne, vedere passare tutto e tutti e non avere voce in capitolo. il mio disegno è già pronto. devo aggiungere le tesserine e metterle al loro posto secondo la logica e sarà molto semplice alla fine vedere il quadro completo. e perchè il tempo non diventi un'angoscia, basta vivere ogni giorno intensamente e con la consapevolezza che quel giorno è una pagina importante anche quando sembra sprecato. questo mio stupido ottimismo mi potrebbe distruggere o portare da qualche parte accanto alle stelle, a dipingere traiettorie che somigliano a ghirigori e a lasciare scie sempre più lunghe alle quali appendere tutte le mie sofferte conquiste. che c'è di male ad amare la vita? faccio dell'imprevisto il mio stimolo e dell'emergenza la mia vocazione, districandomi nel labirinto delle casualità senza dare a vedere nemmeno per un attimo il panico, e col coraggio datomi da quel pizzico d'incoscienza continuo ad andare avanti. perchè so già che lì, avanti, è dove voglio andare.

lunedì 14 aprile 2008

assurdo

il teatro è indubbiamente una delle arti più nobili. mi immergo in questi quattro giorni del Premio e respiro un'aria densa di cultura e di emozioni che è difficile da trovare altrove. tempo inclemente e tanti problemi da risolvere, ma alla fine c'è la cena di gala e tutti diventiamo "normali", rilassati, sorridenti, sciolti e ti capita di dare un libro al grande Vassiliev che comincia a parlarti in russo o di ritrovarti a ballare con uno dei critici di teatro più importante d'Inghilterra, oppure il baciamano da parte di Khalezin del Belarus Free Theatre. Sorrisi...e poi sguardi, specialmente se quello che si incrocia è quello di Vincent Perez. accattivante e irresistibile, ma poi anche lui "normale" perchè ti metti lì a parlare con lui e ti sembra strano solo che possa interessarsi proprio a te. meravigliosamente da favola e meravigliosamente reale in una città che non riesco a farmi piacere perchè non vivo per niente. oggi per la prima volta ho visto il lungomare che va dall'altra parte del teatro e anche se non c'era il sole, c'era quell'atmosfera che tanto adoro, quell'aria che è salata e che ti trasmette anche lei tante emozioni. non riesco ad avere un pensiero triste e poi domani sarà meglio di oggi. in fondo quando entro dentro questo teatro la mia sensazione è quella di essere a casa e non mi da fastidio trascorrerci l'intera giornata e anche la notte. forse è un segno, forse è una via che mi si sta aprendo, forse è una luce che mi sta indicando un cammino, chissà...l'assurdità è trovare dietro l'angolo occasioni che mai penserei di poter avere.

venerdì 11 aprile 2008

triste ed amareggiata

quando vuoi fare una cosa bene, fattela da sola. vecchio proverbio che cade a pennello con la situazione appena vissuta. lavorare in equipe è bello quando si ha gente competente accanto, ma come ci si può affidare a chi non riesce nemmeno a distinguere una mela da un'arancia? mi sento impotente e rassegnata e vorrei tanto avere la possibilità di strappare di mano la situazione e di fare qualcosa per rimediare, ma mi è proprio impossibile.
tristezza.

giovedì 10 aprile 2008

nella terra dei filosofi

qui adorano parlare per il gusto di farlo...davvero. parlano e riparlano della stessa cosa, ingrandendola, dilatandola finchè non arrivano al punto in cui non c'è più niente da dire sull'argomento, fino a non sapere nemmeno di cosa avevano iniziato a parlare. è così strano essere attorniati da lettere che non si capiscono, però dopo un po' ci fai l'abitudine e quasi non ci fai caso...cioè comincia a diventare normale: entri in un ristorante di cui non sai pronunciare il nome, non leggi il menu perchè è tutto in cirillico, ti adegui alla loro parlata vorticosa e quasi quasi vorresti imparare a parlarla, ma non dura tanto. non so definirli con altra parola che non sia problematici. lo sono. poi alla fine però trovano un escamotage, qualcosa che riesce a tirarli d'impiccio...mediterranei ma con un pizzico di quell'antico impero ottomano che gli è tanto stato vicino. greci come quei grandi filosofi e come quegli eroi che rivivono nelle loro tragedie. è la terra dei filosofi, è la terra del teatro.

sabato 5 aprile 2008

si va...

poche volte mi smentisco, spesse volte mi ravvedo prima di trovarmi a sbagliare...la terra che ho lasciato mi manca da morire, quasi più della mia terra madre quando non la calpesto coi piedi, ma adesso un po' dello spirito del nomade sembra essersi impadronito di me e davvero mi sento cittadina del mondo...di quel mondo che mi offre tutta la sua interezza per scoprire, sperimentare, assaporare, conoscere, criticare e lodare. i confini sono una stupida limitazione in fondo...linee immaginarie tracciate da folli per spartirsi pezzetti di un puzzle gigante. andare. tornare. partire...il viaggio è sempre una bella scoperta. mi lancio in una delle mie tante avventure e questa volta con più cognizione di causa.