domenica 27 luglio 2008

elios

davanti all'azzurro mare di fine luglio con la leggera brezza che mi scompiglia i capelli e con la musica nelle mie orecchie, penso a quanto sia fortunata a poter godere di tutto questo. è bello riuscire a meravigliarsi ancora. e se il mio cuore batte e il mio respiro si fa più intenso riesco pure a capire che adoro la piega che prende la mia vita. non so cosa mi aspetta, ma so che io sono pronta a tutto.

lunedì 21 luglio 2008

un altro ancora sulla mia pelle

com'è strano che sia già arrivato, e tutto senza che io me ne sia resa conto. è sempre così mi coglie di sorpresa...penso ogni anno di poterlo fregare, di poterlo saltare, ed invece si ripresenta puntualmente. come se il calendario avesse necessariamente bisogno del 22 luglio. ultimo giorno del cancro...cuspide...una parola che sa a metà tra una bestemmia e un complimento. poi ci fai l'abitudine. come pure a tutte le altre etichette, del resto. e se la gente tira le somme dell'anno che sta per finire il 31 dicembre, io mi vedo sempre a farlo il 21 luglio, così...perchè per me il capodanno è domani. sarà mania di protagonismo o non so bene cosa, ma per me l'anno comincia in estate e nel giorno che sono nata. e così ogni anno si ricomincia dal 22 e ogni anno sembra che tutto mi sia sfuggito di mano, che sia solo ieri che festeggiavo i miei compleanni con gli amici e spegnevo le candeline dopo una inteminabile giornata di giochi e corse a perdifiato per la campagna. E invece eccomi qua bell'e cresciuta, e quasi ho dimenticato quei giochi e quelle corse. Il tempo continua a scorrere inesorabile e tutto sembra essersi accorciato, come se la giornata, le ore e i minuti avessero fretta di passare. come se il sole fosse stanco già a mezzogiorno e avesse voglia di tramontare. come se gli orologi avessero perso la loro importanza. in effetti, io l'orologio non lo porto più da tanti anni e francamente non ne sento il bisogno. è già angosciante sapere che passa, averne pure un informatore al polso che lo scandisce è troppo da sopportare. la luna invece sta sempre lì, bella, imperturbabile, nelle sue fasi mostra di sè il meglio e poi si cela del tutto perchè per lei il tempo non passa davvero. si permette il lusso di sparire e riapparire e di farsi adorare ogni volta di più. e ogni anno che passa sembra pure che tutto si faccia più vicino. i mesi si avvicendano in un delirio di cose da fare e disfare. pochi eventi che mi sconvolgono, poche cose che non vanno per il verso giusto, tutto fila liscio ed io a volte mi sento un po' un passeggero di un treno che corre a velocità supersonica. mi metto lì a guardare dal finestrino la mia vita che scorre e non posso nemmeno tirarlo giù e respirare un po' di quell'aria perchè è già passata un'altra stazione e il viaggio continua. a volte vorrei che un anno, solo uno potesse durare di più. vorrei che mi si desse la possibilità di fermare il treno e scendere giù a visitare uno di quei tanti posti che attraverso. vorrei che il 22 luglio ritardasse un po'. sarebbe un bel regalo. vorrei che uno dei tanti desideri che ho espresso negli anni passati, quando spegnevo le candeline con un solo soffio, si avverasse. ma forse ho desiderato sempre e soltanto di essere felice...ma quello non è un desiderio, quello dipende da me e dalla modo in cui riesco ad affrontare gli anni della mia vita.

domenica 20 luglio 2008

per indole o per successo

...tra le tante diversità del nostro pazzo mondo mi è saltata agli occhi la profonda divisione che distingue in due categorie le persone che intraprendono un'azione: quelle che lo fanno perchè ci credono e ce l'hanno nell'indole e quelle che lo fanno solo perchè gli altri gli attribuiscano dei meriti. non c'è bisogno di stare sotto i riflettori o alla continua ricerca di fama per compiere quello che si ritiene il proprio dovere. credere in quello che si fa e portarlo a termine nel migliore dei modi è già un'ottima ricompensa e un buon incentivo per il prossimo obiettivo. certo, non si tratta qui dell'ambito lavorativo, dove i meriti e le mete raggiunte devono essere riconosciuti ed esaltati. c'è già così poca gente che lavora bene, che se si sviliscono anche quelli che sanno cosa fare e come farlo ci ritroveremo ben presto ad avere una società oziosa e demotivata...

mi sa un po' di trattato/saggio del 1700...ma in fondo è vero...che tristezza.

giovedì 17 luglio 2008

non si può

spesso mi fermo a pensare a tutto quello che mi sta attorno e a come il passato sembra non riesca ad insegnarci nulla. andiamo avanti a tentoni e cerchiamo di raggiungere mete che non ci sarebbe davvero bisogno di anelare. siamo dispersi su questa terra e ci rinchiudiamo ogni momento di più dentro noi stessi e quello che vorremmo essere, dietro quell'immagine che pretendiamo di dare agli altri. storicamente sconfitti da anni ed anni di mediocrità e bassi profili, continuiamo a vivere delle nostre ipocrisie e ci contorniamo di tante falsità che abbiamo ormai perso di vista quella che si poteva considerare realtà. viviamo tra la rete virtuale e l'etere e ci cibiamo di notizie e spettacoli, più o meno futili, più o meno terrificanti. abbiamo paura dei nostri vicini, abbiamo paura di chi non appartiene alla nostra cultura, ma in fondo di Cultura ce ne resta poca. ci arrabbiamo se la fortuna non ci sorride e se la giornata ci va troppo male, senza pensare che forse da qualche parte c'è chi la giornata non riesce nemmeno a finirla...o meglio, la finisce e per sempre. vorrei tanto sapere perchè tutto va a rotoli, perchè cambiamento è sinonimo di peggioramento, perchè si va scadendo di giorno in giorno, perchè nonostante qualcuno cerchi di cambiare le cose, sento ancora ripetere la frase "ma a me chi me lo fa fare?". si potrebbe prevedere un'immensa tristezza e una conseguente perdita di entusiasmo, ma cercherò di avere una speranza stasera...domani andrà meglio, domani ci sarà una generazione che non si accontenterà, saranno i figli che noi non siamo stati e apriranno una nuova strada su questo mondo già troppo calpestato.

lunedì 14 luglio 2008

ritorno e pensieri sparsi

tramonto con un sole giallo schermato da una foschia che toglie il respiro. e poi fuoco, come sempre. si ripete il paesaggio e c'è aria di memoria. tutto quello che sta intorno fa parte di me e io faccio parte di esso, perchè è tutta la vita che mi specchio e mi confronto con queste strade, queste case, questi alberi e queste acque.
tutta la vita che cerco di fuggire e poi, come in una ragnatela, mi ritrovo intrappolata e mi crogiolo a questo sole e respiro quest'aria bollente. è come se il mio corpo fosse assuefatto: appena rimetto piede sulla mia isola, tra duemila cose che non vanno e che non funzionano, mi sento a mio agio. il mio spirito ritrova il suo equilibrio.
e le ore scorrono lente come miele dal cucchiaio. e le giornate estive sembrano interminabili. e il caldo dilata le sensazioni e scioglie i pensieri. non c'è mai una sera uguale ad un'altra e i ricordi più belli sono sempre legati all'estate. come un'accordo tacito, un patto mai stipulato, le giornate estive sono le più spensierate.
io ci sono anche nata. alle 4 di un pomeriggio torrido e insopportabile. ho pianto per la prima volta quel pomeriggio. e poi forse ho sorriso. e poi tante volte ho desiderato non essere mai nata. e ora invece adoro la vita e ci sto attaccata stretta, stretta per non perdere nemmeno un attimo di questa magnificenza. la mia terra, il mio sole, il mio mare, il mio cielo, la mia luna e gli occhi delle persone che amo.
credo che ci sia concessa la possibilità di essere felici prima o poi. felici di quella felicità che non senti, che non tocchi, alla quale non dai importanza, ma che hai e ti fa vivere un po' meglio ogni giorno.

lunedì 7 luglio 2008

spare time

sulle note di una canzone a me cara, scrivo e penso, penso e scrivo.
fa caldissimo. quel caldo che ti toglie la voglia di vivere e ti fa sentire come una pozzanghera di fango. che differenza rispetto alle fredde giornate spagnole di quest'inverno. ma la mia vita è così, sfiora gli eccessi, si stende fra estremi opposti e torna ad essere nella norma senza subire irrimediabili variazioni. una cosa a metà tra l'imprevedibile e lo scontato, o tra il tragico e il comico, anche se a volte si sfora nell'assurdo più sfrenato. un po' banale, in fondo, o per meglio dire comune. sì perchè per definizione la vita di tutti è così. ci sono delle sfumature, dei piccoli nei che le fanno diverse, ma ormai le acque in cui navighiamo sono anche troppo stagnanti. e quindi sempre le stesse abitudini, sane e non, che ci danno la sensazione di riempire dei vuoti...quei vuoti di cui il cervello ha fondamentalmente paura. quei vuoti che potrebbero essere riempiti da pensieri pieni di senso. ed è allora che ci si fabbrica i diversivi, tutti i diversivi possibili per impegnarci in qualcosa di spassoso, che soddisfi una qualche nostra affezione e che ci faccia essere felici e spensierati nel farlo. poco importa se ci ruba via tempo, magari ore ed ore...è quando diventa un secondo lavoro o ne diventiamo schiavi che è un po' strano. siamo disposti anche ad accettarlo, ancora più strano. ma questa è solo una mia fissazione, perchè io non riesco a trovare un passatempo che mi appassioni. riesco solo a impiegare il mio tempo libero nella maniera migliore senza lasciarmi ingabbiare da nessuna abitudine.

mercoledì 2 luglio 2008

valigia

valigia aperta sul letto, quasi pronta. e domani aeroporti e treni e autobus. la mia vita forse un giorno sarà il ricordo di tutti i miei viaggi. o forse il mio destino è quello di viaggiare e di non avere mai fissa dimora. quello di essere nomade e di scoprire che ogni luogo è un po' casa mia e che stava già in potenza nel mio immaginario e che diventa atto ogni volta che lo raggiungo.
ho sempre in mente il mio primo viaggio. ero felice, adolescente e con una voglia di libertà che faceva invidia agli animali in gabbia. e da lì in poi non mi sono fermata più. sempre più voglia di scoprire nuovi posti, di tornare e ritornare in quelli che amo e di rivederli con occhi nuovi a distanza di tempo.