mercoledì 26 marzo 2008

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tutto inizia e tutto finisce...è il grande mistero della vita ed è tanto tanto scontato.
adesso mi preparo a uscire fuori da questa avventura, per cominciarne una delle altre che mi si pareranno davanti. sarà come svestire dei panni e indossarne altri, forse meno comodi, ma col tempo starò bene anche in quelli. una parentesi che si chiude...una di quelle indimenticabili, che somigliano a uno di quei souvenir che hanno dentro tutto un mondo di avvenimenti e di persone e di luoghi. lo que más me da pena es dejar mi familia de aquí y todos los que me han querido, pero nunca olvidaré y pronto volveré, porque ésta es una de mis casas. e adesso rituffiamoci nella vecchia Italia di tutti i giorni. hasta luego España.

lunedì 24 marzo 2008

non sempre

in certi casi, si ha l'impressione che le cose sfuggano di mano o al proprio controllo. sono quei casi in cui si cerca di trovare una soluzione che sia il più indolore possibile e che allo stesso tempo possa accontentare tutti. in certi casi, si ha l'impressione di vivere un sogno e che tutto quello che succede faccia parte di un disegno più grande che darà solo ottimi frutti. in certi casi, se non si prova a rischiare si può perdere quell'unica, grande occasione che viene concessa. in certi casi ci vorrebbe un libretto d'istruzioni, un grillo parlante perchè è molto difficile capire cosa stia succedendo e quale sia il modo migliore di affrontare la realtà, o il sogno...non ho voglia di stare a sedere sul ciglio della strada e vedere la vita passare...ho bisogno di azione, reazione e di sentirmi vera.

mercoledì 19 marzo 2008

Persepolis

spero di riuscire a vederlo...

lunedì 17 marzo 2008

goccia a goccia








e adesso piove davvero, con delle gocce perfette che sfidano il vetro della mia finestra. si rincorrono l'una sull'altra. si muovono, scivolando verso il bordo e si raccolgono in una pozza sul davanzale. e io...resto a guardarle e non posso che sentirmi fortunata.

domenica 16 marzo 2008

Trainspotting

sono le 19.20

una sera normale, di una domenica cominciata alle 13 e picos, cm si dice qui. e qui non ci si annoia mai. normale ha miriadi di sfumature. c'è sempre qualcosa da fare. dentro, in fondo, comincia a farsi viva la consapevolezza che sta terminando anche questa avventura e che ne ha racchiuse così tante che non si potrà non avere una nostalgia sovrumana...tipo peso da duemila chili sul petto...ma non bisogna pensarci. ci saranno altre avventure da intraprendere, altri viaggi, altre mete da raggiungere. sì, perchè se ti prefissi sempre una meta, vai avanti che è un piacere, ma se ti perdi e non sai cosa, quando, dove vuoi le cose cominciano a diventare molto più difficili. già, solo che non è semplice avere le idee chiare, non si possono scolorire dall'oggi al domani e renderle brillanti...si guardano le cose con occhi diversi, da prospettive diverse...si cerca il punto di equilibrio e si prova a dare un senso al tutto senza che questo non debba implicare colpi di testa, cambiamenti repentini e violenti...senza dare troppo disturbo, troppo fastidio...la cosa migliore è non dare nell'occhio...ma a chi la do a bere? se nn ti emozioni col brivido dell'assoluta incertezza e del vivere sempre al limite del possibile (o dell'impossibile) che resta di questa porca vita? ne buttiamo più di una metà cercando di essere felici perchè a volte siamo troppo ciechi per renderci conto di esserlo già. e ci complichiamo anche le situazioni più facili cercando sempre il conflitto sia con noi stessi che con gli altri. la paura di riconoscere che la nostra ricerca è finita ci spinge a negarci le gioie più semplici per continuare ad affannarci, ad impelagarci nelle storie più assurde, a combattere le battaglie contro i mulini a vento e poi chi vince sono sempre gli altri. ma il mondo gira così e ti gira anche la testa a forza di fare la particella impazzita...raggiungere la meta...che per chi ce l'ha in mente è già un gran passo avanti. questo muoversi e ricercare porterà a qualcosa sicuramente, questo arrancare sulla terra avrà il suo significato che, anche se ancora non si è reso palese, darà una spinta ad andare avanti. ci ritroveremo a battere i pugni per un bene comune perchè la gente si sveglierà prima o poi e capirà che come isole non si può vivere.

mercoledì 12 marzo 2008

come quando fuori piove

continuano gli addii...o arrivederci...o chissà, forse sono solo dei ciao. uno stillicidio di saluti a persone che sembrano scavare un sentiero lungo quanto il viaggio che dovrò intraprendere a breve. tornerò a casa ripiena di ricordi, di voci, di volti, di paesaggi e di tanta tanta nostalgia per un luogo che mi ha accolto a braccia aperte e che mi ha dato la possibilità di sentirmi viva. e questa casa è una delle mie case. una di quelle che ho attraversato nel corso della mia vita e ancora chissà quante ne dovrò attraversare prima di trovare la mia dimensione. come si fa a scegliere una casa per tutta una vita? non è semplice. il mondo cambia in continuazione e poco importa dove ti trovi. un giorno abbiamo tutti un tetto sulla testa, il giorno dopo c'è chi si ritrova sotto un ponte. avrei tanta voglia di chiudere una porta dietro di me e sapere che sarò solo io a riaprirla quando torno, ma già so che sarà davvero un'impresa ardua.
non ci sono voci adesso, c'è solo la musica nelle mie orecchie. compagna di una giornata passata dentro anche se fuori c'era un bel sole. ci sono momenti di vuoto che si alternano ad improvvisi sussulti e poi c'è la consapevolezza che dentro me non cambierà nulla. camminerò verso il gate e mi lascerò la Spagna alle mie spalle, ma sarà sempre dentro me e nel mio modo di vedere le cose. adoro questo luogo. qui sanno vivere, sanno essere felici, sanno che ogni giorno si può lottare per avere qualcosa di più. adoro la forza delle persone e il loro sorriso e la loro gentilezza. è gente vera. è gente che se ti incontra per strada ti chiede come va...e ti guarda in faccia. noi siamo troppo distratti, troppo indaffarati, troppo impegnati a guardare gli altri e a lamentarci perchè non abbiamo quello che hanno loro. viviamo con una tristezza e un'insoddisfazione che ci spinge a scavarci la fossa anzichè risalire. non so se mai mi accontenterò del poco che mi può offrire l'Italia o se sarò una delle tante traditrici che per la propria soddisfazione personale decidono di sfuggire via. so che alla mia Sicilia sono tanto attaccata, ma dovunque io sia me la porto nel cuore, in un piccolo pezzettino di prato verde con fiori di campo gialli e rossi e viola e alberi d'olivo che sembrano statue. così non c'è casa che non sia fatta per me. potrebbe essere un problema, ma a volte aiuta.

c'è silenzio


atarassia: può essere conquistata raggiungendo quella consapevolezza sulla realtà materiale del mondo insegnata dalla fisica epicurea, che oltre a liberare dalla paura degli dei e della morte ("quando tu ci sei, lei non c'è, e quando c'è lei, non ci sei tu") stimola a seguire una vita appartata, tranquilla, dedita all'amicizia e alla filosofia, all'insegna sì dei piaceri ma anche di una "dieta esistenziale" che sappia distinguere quei bisogni e desideri naturali e necessari alla vita da quelli che sono solo fonte di passioni e turbamenti dell'animo, e dunque di dolore.

la casa è vuota e attorno a me sento tutti i rumori del barrio, della strada, del palazzo. sto bene e sto male, rifletto la mia immagine allo specchio e vedo i miei occhi che brillano e il viso sereno di chi si sente appagato. cammino per le stanze e ho tanta voglia di fare, ma non faccio nulla. mi immergo nelle storie che avevo voglia di vedere da tempo e mi abbandono a una pigrizia che mi strappa anche un sorriso ogni tanto. adoro viaggiare con la mente. coi piedi ben piantati a terra non si possono toccare le stelle, sarebbe incoerente, da pazzi. bisogna lasciarsi andare e provare a spiccare il volo. e anche se poi si precipita, quella scossa, quell'adrenalina mentre scendo giù mi aiuta a risalire più in alto che mai.
ti voglio bene. tanto.
il silenzio è un caro amico in certi casi. aiuta a sognare senza chiudere gli occhi.

martedì 11 marzo 2008

niente più uguale sarà

cominciare a chiedersi il perchè delle cose e scoprire che non è poi così importante saperlo. tutto quello che succede ha una sua spiegazione da qualche parte, ma non si riesce mai ad afferrarne l'intrinseco significato e francamente forse, magari è meglio lasciar perdere e infischiarsene un po' di più. forse è meglio percorrere una strada e cercare di farsi influenzare il meno possibile. forse bisogna capire che tutto quello che succede intorno non è qualcosa che si possa controllare...capire sè stessi è la chiave, capire ciò che davvero si vuole, correre i propri rischi senza continuare a trovare una pallida scusa che ci possa distogliere da quello che è il nostro vero obiettivo. ogni giorno siamo davanti a una scelta, saper accettare che anche gli altri scelgono è l'inizio di una lunga e tormentata via che, senza dubbio, porta alla consapevolezza che soli non siamo. che intorno a noi il mondo si muove, vive, sceglie, sa. ma che tutto si muove, vive, sceglie e sa indipendentemente da noi. il momento peggiore è quello in cui ci si rende conto di essere solo un punto in mezzo a una folla di punti. questa assurda cosa della gente che ci vuole bene e che ci spinge a sentirci speciali quando in realtà ci farebbe molto meglio essere sputtanati, sarebbe meglio che ci mettessero a nudo, davanti a uno specchio, davanti a tutti quei fantasmi che teniamo ben nascosti, dandoci la possibilità di renderci conto di quanto siamo infinitamente normali e comuni. forse c'è qualcosa di vero e di semplice che sta alla portata di tutti...il nostro modo di essere si rivela nel momento in cui noi ci troviamo a tu per tu con un'anima con la quale ci sentiamo a nostro agio, confortati e protetti. riversiamo tutte le nostre speranze, i nostri sogni e poi ci accorgiamo che in fondo non è poi veramente quello di cui abbiamo bisogno. squallida la parola bisogno, ma rende bene l'idea. non c'è mai niente di uguale nei rapporti umani, è tutto un andare a tentoni finchè un giorno non si riesca a trovare la traiettoria esatta, quella via che ti porta chissà alla felicità.