domenica 30 novembre 2008

Positive Tension by Bloc Party

He said you're just as boring as everyone else
When you tut and you moan
And you squeal and you squelch
He said that you're just as boring as everyone else
Nothing ever happens

Things replace things
Days replace days
Things replace things

She said I'm going use my teeth and my claws
She said I'm going use my teeth and my claws
She said I'm going use my teeth and my breasts
I'm gonna make it happen
She said

Run run run run run run
And you cannot run or ever, ever escape
You cannot run or ever hide it away
Something glorious is about to happen
The reckoning

They go you're just as boring as everyone else
When you tut and you moan
And you squeal and you squelch
They go you're just as boring as everyone else
Stuck past timing
The fear and the yearning
The fear and the consumption
The fear and the yearning
It's gonna eat you alive
They go...

And you cannot hide or ever, ever escape
And you cannot hide or ever put it away
Something glorious is about to happen
The reckoning

They go...
They say...
They go...
They say...
They go...
Why'd you have to get so hysterical?
Success, success, success is over
Why'd you have to get
So fucking useless

Play it cool boy
Play it cool

sabato 29 novembre 2008

The Cure: Boys don't cry

rilancio di tre (no...quattro)

ieri pessima giornata.
un tempaccio da cani, di quelli che ti invitano a rimanere sotto il tuo caldo piumone e non alzarti se non quando proprio ti scappa.
e invece, la sveglia suona e il lavoro chiama. e allora, via, con calma, prendo la macchina e vado in ufficio che ormai dista solo 2 minuti dalla mia ennesima nuova casa (siamo a quota 8, se tolgo quelle visitate solo per periodi di vacanza). la mia macchinetta mi porta lì appena prima che si scateni una bufera con tanto di nebbia che non fa vedere a 5 metri dall'edificio dell'associazione. bene...non si può mica tornare a casa con un putiferio tale, e io non ho nemmemo l'ombrello. la collega concorda e si decide per una pizza. il pomeriggio segue il suo tramtram di emergenze, soluzioni, chiamate improvvise, biglietti che non esistono, e così via.
sono stanca. voglio anche uscire stasera con la mia coinquilina e lanciarmi nella movida. Ok. 19.30 mi sembra un buon orario. esco.
esco le chiavi, apro la portiera, infilo le chiavi per accendere. retromarcia. non va indietro. ci sarà un tronco o qualcosa che impedisce. prima. non va avanti. mmm...sterzo rigido...ruota sgonfia? riesco. ecco, ruota sinistra posteriore sgonfia...per un non so quale strano presentimento, il mio "pilota automatico" mi porta dall'altro lato della macchina...forse perchè intuisce che una sola ruota sgonfia e troppo poco. et voilà! ruote di destra totalmente a terra. stile il mio broncio la mattina quando non volevo alzarmi per andare a lavoro e rimanere sotto il mio caldo piumone. bene. mooolto bene. e mo'?
aiuto.
il mio capo mi da una macchina di riserva, una vecchia panda senza retromarcia. in quel momento ringrazierei anche per un risciò.
bene. posso almeno tornare a casa.
e domattina vedere col gommista cosa si può fare.
devo di nuovo alzarmi presto! doh! domani non lavoro!

Stamattina, il gommista di fiducia del mio capo mi accoglie con un sorriso che poca gente riesce a stamparsi sul viso alle 8.30 del mattino. i suoi occhietti, al posto delle pupille hanno due semplici simboli "$".
andiamo a vedere la macchinina.
3 ruote. un punteruolo.
riparare?
no...sostituire.
ah...
tutte e 4.
perchè? l'altra sta ancora bene.
no...l'equilibratura...bla, bla, bla.
(soldi?) 60?
no...40 a gomma.
(160. doh! un paio di stivali! ho sonno, ho fame, c'è troppo vento)
avessi avuto una macchina fotografica sarebbe stato bello seguire passo passo tutte le fasi. la più bella la mia macchina con una sola ruota attaccata e due signori su una vecchia porsche che la guardavano sconvolti.
mi si avvicinano con le bocche aperte, uno abbassa il finestrino e mi fa: "te le hanno rubate?".
no...bucate con un punteruolo. (oddio comincio a parlare come il gommista?) le stanno sostituendo.
"allora, ti stanno già aiutando. comunque buono a sapersi. certo, la gente non ha proprio da fare. mascalzoni!"
mentre il gommista cambia le ruote, cerca di tirare fuori una teoria sulle ruote bucate e comincia a fare supposizioni sul possibile colpevole.
io penso alla gente che è davvero pazza, che non ha niente da fare, che mi ha scambiato per qualcun'altro, che se certe cose ti succedono non c'è un perchè e quindi perchè chiederselo, che ieri sera ho fatto tardi e ora ho sonno, che non ho fatto colazione, che in fondo se non ci fosse sto vento sarebbe una bella giornata, che devo tornare a casa e prepararmi per andare dai miei, che sabato prossimo mi sveglio a Roma, che non devo dimenticare di portare una coperta più pesante...
fatto!
bene. la raggiungo in officina per il pagamento.
$$$$
le mie quattro ruote nuove. anche se quelle vecchie non erano vecchie.
che infamia.
cinismo e cattiveria: forse i gommisti quando non hanno di che lavorare vanno in giro a bucare le gomme...no. non è possibile. ma la gente è pazza, imprevedibile, spietata. in che mondo vivo? e perchè penso cose del genere?
aiuto.
160 euro. arrivederci.
lo sterzo è leggero. la macchina risponde bene.
è stato un piccolo trauma in fondo. un danno.
mah...cerchiamo di recuperare questo sabato che mi sta sfuggendo di mano.
il tempo scorre via veloce ancora una volta.

venerdì 21 novembre 2008

oh no...

decisamente no. non voglio che lo spessore del contatto sociale si assottigli fino a diventare nullo! preferisco staccarmi dalla sedia e guardare faccia a faccia le persone con cui parlo. vorrei tanto che si ricominciasse ad incontrarci in giro per caso...

martedì 18 novembre 2008

venerdì 14 novembre 2008

andare

sembra proprio che abbia raggiunto un altro traguardo, ma ancora non ci credo.
adesso davanti a me si riapre una opportunità di lavoro che mi entusiasma e coinvolge ormai da due anni. sono impaziente di ricominciare. questa nuova conosciuta avventura mi porta a ripensare le mie abitudini, il mio modo di vivere la quotidianità. è di nuovo il momento di spiccare il volo. lasciare il nido stavolta non è tanto facile, forse perchè in effetti il nuovo posto, dove andrei a vivere, non è esattamente dove vorrei essere. combattuta, come sempre, tra un posto che mi dà sicurezza, un luogo incerto e ancora materialmente inesistente e il mio posto nel mondo, quello che anelo ma che non posso raggiungere. come sempre il mio lato più intraprendente piomberà nella mischia e farà strada verso la giusta via.
in fondo, se si è nel ballo non si può fare a meno di ballare.

giovedì 13 novembre 2008

e poi, ancora

"The concept of Zeitgeist goes back to Johann Gottfried Herder and other German Romantics such as Cornelius Jagdmann, but is best known in relation to Hegel's philosophy of history. In 1769 Herder wrote a critique of the work Genius seculi by the philologist Christian Adolph Klotz and introduced the word Zeitgeist into German as a translation of genius seculi (Latin: genius - "guardian spirit" and saeculi - "of the century").

The German Romantics, habitually tempted to reduce the past to essences, treated the Zeitgeist as a historical character in its own right, rather than a generalized description for an era".


mi sono accorta che c'è tutto un sito dedicato a Zeitgeist, e che sono due i docufilm, uno uscito nel 2007 (e di cui ho inserito il link nel post di ieri) e uno nel 2008.

nel film del 2008, si fa un'analisi molto più accurata e si introduce il "Venus Project", un'idea utopistica e quasi fantascientifica che renderebbe le vite di tutti migliori, a quanto dicono i suoi creatori/ricercatori. in any case, si tratta di sovvertire il sistema.

Questo passaggio a seguire è preso proprio dal sito di The Venus Project e vale la pena perdere un po' di tempo nella lettura:

"A Resource-Based Economy is a system in which all goods and services are available without the use of money, credits, barter or any other system of debt or servitude. All resources become the common heritage of all of the inhabitants, not just a select few. The premise upon which this system is based is that the Earth is abundant with plentiful resource; our practice of rationing resources through monetary methods is irrelevant and counter productive to our survival.

Modern society has access to highly advanced technology and can make available food, clothing, housing and medical care; update our educational system; and develop a limitless supply of renewable, non-contaminating energy. By supplying an efficiently designed economy, everyone can enjoy a very high standard of living with all of the amenities of a high technological society.

A resource-based economy would utilize existing resources from the land and sea, physical equipment, industrial plants, etc. to enhance the lives of the total population. In an economy based on resources rather than money, we could easily produce all of the necessities of life and provide a high standard of living for all.

Consider the following examples: At the beginning of World War II the US had a mere 600 or so first-class fighting aircraft. We rapidly overcame this short supply by turning out more than 90,000 planes a year. The question at the start of World War II was: Do we have enough funds to produce the required implements of war? The answer was No, we did not have enough money, nor did we have enough gold; but we did have more than enough resources. It was the available resources that enabled the US to achieve the high production and efficiency required to win the war. Unfortunately this is only considered in times of war.

In a resource-based economy all of the world's resources are held as the common heritage of all of Earth's people, thus eventually outgrowing the need for the artificial boundaries that separate people. This is the unifying imperative.

We must emphasize that this approach to global governance has nothing whatever in common with the present aims of an elite to form a world government with themselves and large corporations at the helm, and the vast majority of the world's population subservient to them. Our vision of globalization empowers each and every person on the planet to be the best they can be, not to live in abject subjugation to a corporate governing body.

Our proposals would not only add to the well being of people, but they would also provide the necessary information that would enable them to participate in any area of their competence. The measure of success would be based on the fulfillment of one's individual pursuits rather than the acquisition of wealth, property and power.

At present, we have enough material resources to provide a very high standard of living for all of Earth's inhabitants. Only when population exceeds the carrying capacity of the land do many problems such as greed, crime and violence emerge. By overcoming scarcity, most of the crimes and even the prisons of today's society would no longer be necessary.

A resource-based world economy would also involve all-out efforts to develop new, clean, and renewable sources of energy: geothermal; controlled fusion; solar; photovoltaic; wind, wave, and tidal power; and even fuel from the oceans. We would eventually be able to have energy in unlimited quantity that could propel civilization for thousands of years. A resource-based economy must also be committed to the redesign of our cities, transportation systems, and industrial plants, allowing them to be energy efficient, clean, and conveniently serve the needs of all people.

What else would a resource-based economy mean? Technology intelligently and efficiently applied, conserves energy, reduces waste, and provides more leisure time. With automated inventory on a global scale, we can maintain a balance between production and distribution. Only nutritious and healthy food would be available and planned obsolescence would be unnecessary and non-existent in a resource-based economy.

As we outgrow the need for professions based on the monetary system, for instance lawyers, bankers, insurance agents, marketing and advertising personnel, salespersons, and stockbrokers, a considerable amount of waste will be eliminated. Considerable amounts of energy would also be saved by eliminating the duplication of competitive products such as tools, eating utensils, pots, pans and vacuum cleaners. Choice is good. But instead of hundreds of different manufacturing plants and all the paperwork and personnel required to turn out similar products, only a few of the highest quality would be needed to serve the entire population. Our only shortage is the lack of creative thought and intelligence in ourselves and our elected leaders to solve these problems. The most valuable, untapped resource today is human ingenuity.

With the elimination of debt, the fear of losing one's job will no longer be a threat This assurance, combined with education on how to relate to one another in a much more meaningful way, could considerably reduce both mental and physical stress and leave us free to explore and develop our abilities.

If the thought of eliminating money still troubles you, consider this: If a group of people with gold, diamonds and money were stranded on an island that had no resources such as food, clean air and water, their wealth would be irrelevant to their survival. It is only when resources are scarce that money can be used to control their distribution. One could not, for example, sell the air we breathe or water abundantly flowing down from a mountain stream. Although air and water are valuable, in abundance they cannot be sold.

Money is only important in a society when certain resources for survival must be rationed and the people accept money as an exchange medium for the scarce resources. Money is a social convention, an agreement if you will. It is neither a natural resource nor does it represent one. It is not necessary for survival unless we have been conditioned to accept it as such".

il mondo auspicato da questa descrizione è un mondo a cui nessuno di noi è pronto. credo che le nostre menti siano troppo impregnate e assuefatte al corso delle cose che ci è stato imposto dall'alto. se un progetto come questo potesse realizzarsi, ci troveremmo catapultati in una realtà che è così vicina alla finzione da farci più paura della surreale vita che ogni giorno conduciamo.
dal canto mio, però, spero tanto di riuscire a vivere un cambiamento di tale portata.

mercoledì 12 novembre 2008

Zeitgeist

a me l'hanno consigliato e io consiglio al mondo di vederlo. quantomeno è una posizione diversa sulle cose. non mi ha sconvolto più di tanto perchè ormai non mi stupisce più nulla e perchè, forse, ho gli occhi abbastanza aperti.



lo trovate a questo indirizzo:
http://video.google.it/videoplay?docid=-6866557189571858559&hl=it

lunedì 10 novembre 2008

mercoledì 5 novembre 2008

martedì 4 novembre 2008

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eletta domanda dell'anno 2008: "Che fai?"
la versatilità di questa domanda si adegua a qualsiasi tipo di incontro, relazione e scambio di battute.
al telefono riveste l'accezione più tipica che è quella di voler sapere cosa si sta facendo in quel preciso momento o cosa si farà nell'immediato. Di solito, segue il ciaocomeva?, ma nel caso di un telefono mobile potrebbe anche seguire un semplice "dove sei?".
l'accezione che colpisce di più e che diventa decisiva per la sua elezione, è sicuramente quella nelle relazioni interpersonali faccia a faccia con gente che non si conosce, o che con la quale ci si è persi di vista da un po'.
subito dopo aver espletato il rito della presentazione, o lo stupore di rivedere una vecchia conoscenza, attimi di silenzio imbarazzanti vengono riempiti con la nostra domanda dell'anno!
"e tu che fai?", "cosa fai adesso?", "che fai nella vita?" diventano gli "apripista" di una conversazione che, altrimenti, verterebbe sul tempo o qualsiasi altro argomento poco impegnativo.
verrebbe da pensare alle possibili implicazioni sociologiche di questa domanda, del perchè viene posta, di quali particolari interessi mira a soddisfare, di cosa implichi in realtà. In America, non di rado si chiede a una persona appena conosciuta quanto guadagni al mese, forse questo nostro "che fai?" serve a collocare una persona in un determinato strato sociale, così da identificarla secondo gli standard tipici della nostra società occidentale.
tende, allora, a saziare quella curiosità innata che ci spinge a sapere dell'altra persona che livello della scala sociale ha raggiunto e se possiamo considerarci inferiori o superiori a lei. fondamentalmente, serve da aggancio per impostare la conversazione a seguire: se si appartiene allo stesso campo professionale, si passa facilemente a discorsi legati alle proprie esperienze e alle proprie difficoltà o mete raggiunte. se i campi divergono, ma si assestano allo stesso livello, si continua a chiedere del lavoro che si svolge, in cosa consiste, in quanto oggi molte professioni hanno nomi talmente astrusi da implicare una spiegazione abbastanza consistente. ultimate questi scambi, di solito si passa alla sfera degli hobby o degli interessi trasversali senza scendere troppo nel personale.
ora non dico che questa "domanda dell'anno" sia proprio orrenda, mal posta, invadente, fuoriluogo, non dico nemmeno che non si possa cortesemente evitare di rispondere, spostando la conversazione su altri argomenti. dico che sarebbe molto più interessante cercare di capire una persona non da quello che fa, ma da quello che pensa, dice, è. un netturbino può essere un filosofo ed avere una visione della vita più chiara e serena di un professore emerito che sa solo della sua materia e non ha idea di come si lavi una camicia. ogni mestiere o professione ha una sua dignità che non ha alcun senso indagare su due piedi e a una prima conoscenza. forse però è la mancanza di argomenti altri che ci fa cadere nel tranello della "domanda dell'anno", basterebbe parlare delle ultime dal mondo, dell'Italia, dello sport, dello spettacolo, dell'oroscopo, delle condizioni metereologiche, dell'ecologia, del salto in alto, del fatto che sia più utile televisore o il frullatore, dell'idiozia di alcuni comici, delle strisce delle bandiere, della fila accanto che è sempre più veloce, di quanta chimica c'è in una torta, di come i pinguini stiano solo al polo sud...e tutto di quanto più leggero e banale passi per la testa. magari si rischierà di sembrare folli, ma non si cadrà nella più totale banalità.
e da oggi in poi alla "domanda dell'anno" proviamo a rispondere "di solito faccio quello che mi pare!", spiazzeremo un bel po' di provetti interlocutori.