venerdì 29 febbraio 2008

e che bellezza!

essere abbronzati a febbraio. sole, mare e tanta gente divertente...ottimo bilancio di una 6 giorni da paura. ora si torna alla realtà di sempre e si aspetta un'altra 6 giorni sconvolgente che si spera lasci un vuoto. questa volta incolmabile. nel frattempo si ricominciano le frequentazioni temporaneamente abbandonate e si va de fiesta allegramente e col cuore leggero. felicità. semplice ma efficace e spero di coltivarla bene così che possa continuare a crescere!

venerdì 22 febbraio 2008

Canarie

e rieccomi su un isola...e rieccolo. il mare. no, l'oceano. sconfinato, immenso, infinito e io su questo pezzetto di terra che con la sua montagnuzza si stende su tutto quel blu. mi sembra di ritrovarmi sperduta e allo stesso tempo di essere nel mio ambiente naturale, perchè in fondo l'isola è sempre un'isola, piccola o grande che sia. ti tiene lontano dalla terra "ferma", ancorata a altre terre. ti da la possibilità di fare esperienza della lontananza, dell'essere lontana da tutto perchè non c'è niente che ti tenga attaccata a qualcos'altro. e forse è per questo che ci si sente più liberi...i vincoli non esistono e si riesce a volare alto e a sognare ancora. viviamo di sogni e del sogno di quello che ci possa essere aldilà di quella azzurra distesa, aldilà di quell'infinito che ci fa sempre tanta compagnia, a noi isolani. non ho paura di quello che non conosco e non posso aver paura di quello che è naturale. certo mi viene da riflettere sulla finitezza umana e sulla finitezza dell'isolotto. poi, però, penso che è sempre parte di quell'immenso e il pensiero mi conforta.

venerdì 15 febbraio 2008

chi non c'è più

respiro profondo cosicchè l'aria arrivi fino all'ultimo alveolo dei cari polmoni. macchina perfetta davvero il corpo umano, con tutte le sue parti al loro posto e che fanno tutte il loro dovere...quando lo fanno certo. certe volte si sparano una bella rivoluzione e vuoi o non vuoi combinano un bel guaio, soprattutto perchè non hanno voce...aspettano che qualcuno li scopra per farsi riconoscere. e così covi dentro qualcosa, un male, un bene, quello che ti ha riservato il destino, il beneamato fato dei nostri avi. a loro le malattie venivano, se ne andavano, se li portavano e nessuno sapeva mai il preciso motivo del perchè gli stesse succedendo tutto ciò. si lasciavano coinvolgere da leggende e da credenze e poi la magia che si mischiava con la medicina e le fattucchiere che toglievano il malocchio e tutta questa (in)sana ignoranza che li faceva rimanere a bocca aperta quando qualcuno gli spiegava cosa realmente accadeva al loro corpo. il medico, persona rispettabilissima, aveva un forte ascendente su tutta la popolazione, lui sapeva. cosa fare, quando farlo, perchè farlo. qualche paziente se lo perdevano per strada, ma che si vuol fare ogni battaglia ha i suoi caduti...eroi. hanno contribuito ai miglioramenti e ancora contribuiscono direi. che felicità stasera...la stanchezza è una brutta bestia...ti porta a pensieri che in fondo non hanno molto a che vedere con le sensazioni che vorresti esprimere...vorrei. A volte penso a tutti quelli che mi sono passati accanto e che adesso non rivedrò mai più, o che forse rivedrò un giorno in qualche modo o da qualche parte, e mi gironzolano un po' tra i pensieri delle cose che devo fare e mi sembra di dimenticare tante cose di loro. i tratti del loro volto che si fanno sfocati e si confondono con quelli di qualcun'altro. le loro voci che sembrano essere le loro, ma che in fondo non sarà facile risentire. a volte, la medicina non riesce a fare nulla. nulla per loro e nulla tanto meno per chi deve riuscire a ricordarli o dimenticarli secondo i casi. l'eternità mi fa paura...mi fa già paura il pensiero di dover invecchiare presto o tardi...e ancora di più quello di vedere invecchiare gli altri. però la morte no. beffarda, ingiusta, puttana, si porta via tutto quello a cui tieni...ti dicono che siamo tutti uguali davanti a lei, ma è solo una mera consolazione. lei sa chi vuole e se lo prende prima che tu possa anche solo alzare un dito in difesa di qualcuno. ci vuole davvero fortuna nella vita...tanta. tutta quella che ti può evitare i dolori troppo forti e troppo improvvisi. non mi fa paura doverle versare il mio tributo, per niente...mi da fastidio che mi tolga pezzi di vita a poco a poco...mi da fastidio che non faccia mai la scelta giusta e che questo disegno che tiene sia tanto insolito. un'altra cosa alla quale bisogna fare l'abitudine. mettila in una lista e ricordati che ogni giorno capita, magari non a te, magari non a chi ti sta vicino, ma a qualcuno capita. abitudine non consolazione.

lunedì 11 febbraio 2008

strada


Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati. Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare.

Jack Kerouac

sabato 9 febbraio 2008

ali

tetti e comignoli. rossi, marroni e anche gialli. e poi ci sono gli uccelli che ci fanno il nido e, quanto di più stupefacente, di qui passano pure le cicogne. che uccelli fantastici! c'è tutto un immaginario collettivo che spiega ai bambini che siano stati portati da queste simpatiche creaturine. e io, invece, le vedo lì appollaiate sul nido, che è enorme, col loro collo lunghissimo alla Modigliani che si fanno i fatti loro riscaldandosi al freddo sole d'inverno. chissà cosa vedono da lassù...chissà la loro magnifica apertura alare dove riesce a portarli...pensare che hanno una prospettiva sulle cose che è totalmente diversa dalla nostra, da noi bipedi che stiamo ben ancorati al suolo e che, in molti casi, conviviamo con la paura di volare. per loro è naturale, due passettini veloci sulla terra e poi spiccano il volo e si ergono sopra le nostre testoline...visione ultradimensionale se paragonata alla nostra piatta e ripetitiva. e se per un attimo provo ad immaginare come sarebbe alzarmi in volo e guardare le "formichine" che si affaccendano sulla terra, mi si stampa un ghigno sul viso. un misto di superbia ed eccitazione, il brivido che si sente a stare sospesi nel vuoto, il sentirsi superiori a tutto e tutti. tetti e comignoli. perchè vivo al terzo piano e le case di fronte alla mia si fermano al secondo. non c'è un tetto che si assomigli all'altro. ognuno col le sue tegole irregolari e di colore diverso e ognuno con la sua pendenza. alcuni sembra abbiano gli occhi, perchè hanno finestre più o meno grandi. e poi i comignoli, come piccole dita alzate per chiedere parola...e quando ci stanno i camini accesi il fumo sale e sale in mille ghirigori e sbuffi e scie nel cielo azzurro turchese, infinito e puro. poi ripassa uno stormo e mi distrae e mi riporta a pensare alla libertà e al fatto che a noi tutte le giornate sembrano uguali e che ci si ammazza ogni giorno per la futilità di una frase formulata male. e che non c'è libertà e che non si può volare lontano e che se hai un tetto e un comignolo sulla testa puoi ritenerti fortunato. e che ormai non si alza più un dito per chiedere parola. innumerevoli sproloqui di chi pensa di dire le cose che tutti vorremmo sentirci dire o dire. ma chi gli ha chiesto di dirle in fondo? milioni, miliardi di parole e di gente che pensa solo ai suoi interessi. e quelli che ancora pensiamo dovremmo riuscire ad agire. ali tarpate? ali tagliate? inabili al volo? se le parole falliscono e le azioni non si fanno, ci resta il pensiero, i sogni, gli ideali. la forza di un sorriso strappato ad uno dei nostri bambini che ancora non sa cosa sia il mondo.

venerdì 8 febbraio 2008

spin

non mi so spiegare cosa mi stia succedendo...è tutto così lontano da quello che mi aspettavo. di solito ci si chiede cosa ci riserva il futuro e invece adesso mi chiedo cosa mi ha riservato il passato. tanta roba...non avrei mai pensato di ricevere attenzioni e di lasciarmi coinvolgere in un vortice di ricordi e di emozioni che non riesco nemmeno a descrivere. a volte quando penso che tutto sia distrutto, quando mi ritrovo nel deserto del mio essere, a tu per tu con un baratro, spunta fuori un appiglio che mi porta a rimettermi in discussione, a muovermi verso nuove sensazioni e a fare, fare, fare. la mia voglia di vivere schizza alle stelle e continua a darmi forza per affrontare le mie giornate. la felicità è accontentarsi di quello che si ha, ma io pretendo e desidero avere sempre di meglio. credo che a questo mondo ci sia ancora un modo per raggiungere i propri obiettivi. credo che nulla è così irragiungibile da rinunciare in partenza. ho voglia di vivere e di farmi travolgere e sconvolgere dalla vita e da tutto quello che ancora deve accadere.

giovedì 7 febbraio 2008

frequenza

un fulmine a ciel sereno. di quei cieli sereni senza nemmeno una nuvola e di un azzuro turchese che ti dà l'idea della trasparenza e dell'infinito. e questo fulmine, il cielo lo squarcia in due e poi scompare lasciando una lieve scia impercettibile, che l'occhio più attento ci mette un po' a captare. si sente uno strano odore, odore di acqua e di terra bagnata. e poi comincia a piovere. una pioggia sottile e battente, che scorre sul viso e sulle spalle e dà sollievo. e quell'occhio poco attento si ferma a guardare e scopre mille particolari e capisce la forma delle cose e si fa trasportare dallo scorrere delle gocce e le segue perchè gli disegnino un albero, un fiore, un volto, una mano. ogni goccia è diversa e uguale a quella che la precede e che la segue. quando si deposita, scivola via correndo veloce e poi si perde. e già non è più una goccia. è acqua, è fiume, è mare...o è solo una pozza che il sole asciugherà appena le nuvole se andranno via.
c'è bisogno di poesia, di sentimenti veri, di rabbia, di gioia, di tutto quello che l'essere umano è in grado di provare quando non è accecato dalla futilità di ogni giorno perso a pensare a come si farà domani. sognare non è reato, riflettere neanche. vorrei più giustizia a questo mondo, come tutti del resto, ma come nessuno sa fare.

lunedì 4 febbraio 2008

non c'è male

beh...tre mesi sono tanti. ma come al solito a me il tempo sembra passare in un attimo e nemmeno mi ricordo come è potuto succedere tutto così in fretta. forse dovrei tenere un solo blog e tutto sarebbe più semplice. il mio qualcuno si è stancato di me e del mio stare in culo al mondo. e così di nuovo fresca, libera e felice. avrò il cuore di pietra ormai a forza di perdere così l'amore. in fondo, non mi fa più male come prima. non riuscivo a far comunicare il cuore e la mente, le due facce della stessa medaglia affrontano i sentimenti in maniera diversa; mi è stato insegnato dall'esperienza che il cuore prova sentimenti, il cervello ragiona...così diversi e così complementari quando si tratta del rapporto di coppia. che poi coppia, sono due individui distinti, non si può essere una coppia=un unico corpo...lo dice già la parola! che tristezza! ma sono fortemente sfiduciata al momento. il mio cervello è stato stimolato a riflettere e impegnarsi nel comprendere meglio la relazione che per il cuore andava già bene di per sè. e poi mi si dice 'come mai? come hai fatto a capirlo solo adesso?' e io rispondo che finchè il cuore aveva pieno possesso della situazione, i difetti, le minuzie, le incomprensioni non erano niente, perchè il cuore non ragiona, il cuore sente. sentiva che tutto andava per il meglio e che era sazio di quell'amore che pensava fosse fondamento di una stabile relazione. 'ho bisogno che tu ragioni!' dice. beh...te la sei cercata. ho ragionato e ragionando, la logica e la razionalità ti portano a renderti conto che se devi fare i conti e mettere da parte il cuore, non c'è poi molto su cui fondare la relazione. io in culo al mondo, con le idee poco chiare, con la mia voglia di essere indipendente e felice, con un traguardo da raggiungere a breve...non mi posso mettere a pensare a condividere la mia vita con qualcuno che non conosco e che non ha granché in comune con me. ennesima illusione. ennesima fregatura-bruciatura. perchè se ragionassi prima col cervello invece di lanciarmi col cuore, tante cose le eviterei.
la controparte...se ti lanci col cuore, magari il cuore ti diventa di pietra ma almeno non ti porta alla follia. c'è sempre qualcosa di buono da trarre da tutto ciò che capita.