venerdì 15 febbraio 2008

chi non c'è più

respiro profondo cosicchè l'aria arrivi fino all'ultimo alveolo dei cari polmoni. macchina perfetta davvero il corpo umano, con tutte le sue parti al loro posto e che fanno tutte il loro dovere...quando lo fanno certo. certe volte si sparano una bella rivoluzione e vuoi o non vuoi combinano un bel guaio, soprattutto perchè non hanno voce...aspettano che qualcuno li scopra per farsi riconoscere. e così covi dentro qualcosa, un male, un bene, quello che ti ha riservato il destino, il beneamato fato dei nostri avi. a loro le malattie venivano, se ne andavano, se li portavano e nessuno sapeva mai il preciso motivo del perchè gli stesse succedendo tutto ciò. si lasciavano coinvolgere da leggende e da credenze e poi la magia che si mischiava con la medicina e le fattucchiere che toglievano il malocchio e tutta questa (in)sana ignoranza che li faceva rimanere a bocca aperta quando qualcuno gli spiegava cosa realmente accadeva al loro corpo. il medico, persona rispettabilissima, aveva un forte ascendente su tutta la popolazione, lui sapeva. cosa fare, quando farlo, perchè farlo. qualche paziente se lo perdevano per strada, ma che si vuol fare ogni battaglia ha i suoi caduti...eroi. hanno contribuito ai miglioramenti e ancora contribuiscono direi. che felicità stasera...la stanchezza è una brutta bestia...ti porta a pensieri che in fondo non hanno molto a che vedere con le sensazioni che vorresti esprimere...vorrei. A volte penso a tutti quelli che mi sono passati accanto e che adesso non rivedrò mai più, o che forse rivedrò un giorno in qualche modo o da qualche parte, e mi gironzolano un po' tra i pensieri delle cose che devo fare e mi sembra di dimenticare tante cose di loro. i tratti del loro volto che si fanno sfocati e si confondono con quelli di qualcun'altro. le loro voci che sembrano essere le loro, ma che in fondo non sarà facile risentire. a volte, la medicina non riesce a fare nulla. nulla per loro e nulla tanto meno per chi deve riuscire a ricordarli o dimenticarli secondo i casi. l'eternità mi fa paura...mi fa già paura il pensiero di dover invecchiare presto o tardi...e ancora di più quello di vedere invecchiare gli altri. però la morte no. beffarda, ingiusta, puttana, si porta via tutto quello a cui tieni...ti dicono che siamo tutti uguali davanti a lei, ma è solo una mera consolazione. lei sa chi vuole e se lo prende prima che tu possa anche solo alzare un dito in difesa di qualcuno. ci vuole davvero fortuna nella vita...tanta. tutta quella che ti può evitare i dolori troppo forti e troppo improvvisi. non mi fa paura doverle versare il mio tributo, per niente...mi da fastidio che mi tolga pezzi di vita a poco a poco...mi da fastidio che non faccia mai la scelta giusta e che questo disegno che tiene sia tanto insolito. un'altra cosa alla quale bisogna fare l'abitudine. mettila in una lista e ricordati che ogni giorno capita, magari non a te, magari non a chi ti sta vicino, ma a qualcuno capita. abitudine non consolazione.

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