sabato 9 febbraio 2008

ali

tetti e comignoli. rossi, marroni e anche gialli. e poi ci sono gli uccelli che ci fanno il nido e, quanto di più stupefacente, di qui passano pure le cicogne. che uccelli fantastici! c'è tutto un immaginario collettivo che spiega ai bambini che siano stati portati da queste simpatiche creaturine. e io, invece, le vedo lì appollaiate sul nido, che è enorme, col loro collo lunghissimo alla Modigliani che si fanno i fatti loro riscaldandosi al freddo sole d'inverno. chissà cosa vedono da lassù...chissà la loro magnifica apertura alare dove riesce a portarli...pensare che hanno una prospettiva sulle cose che è totalmente diversa dalla nostra, da noi bipedi che stiamo ben ancorati al suolo e che, in molti casi, conviviamo con la paura di volare. per loro è naturale, due passettini veloci sulla terra e poi spiccano il volo e si ergono sopra le nostre testoline...visione ultradimensionale se paragonata alla nostra piatta e ripetitiva. e se per un attimo provo ad immaginare come sarebbe alzarmi in volo e guardare le "formichine" che si affaccendano sulla terra, mi si stampa un ghigno sul viso. un misto di superbia ed eccitazione, il brivido che si sente a stare sospesi nel vuoto, il sentirsi superiori a tutto e tutti. tetti e comignoli. perchè vivo al terzo piano e le case di fronte alla mia si fermano al secondo. non c'è un tetto che si assomigli all'altro. ognuno col le sue tegole irregolari e di colore diverso e ognuno con la sua pendenza. alcuni sembra abbiano gli occhi, perchè hanno finestre più o meno grandi. e poi i comignoli, come piccole dita alzate per chiedere parola...e quando ci stanno i camini accesi il fumo sale e sale in mille ghirigori e sbuffi e scie nel cielo azzurro turchese, infinito e puro. poi ripassa uno stormo e mi distrae e mi riporta a pensare alla libertà e al fatto che a noi tutte le giornate sembrano uguali e che ci si ammazza ogni giorno per la futilità di una frase formulata male. e che non c'è libertà e che non si può volare lontano e che se hai un tetto e un comignolo sulla testa puoi ritenerti fortunato. e che ormai non si alza più un dito per chiedere parola. innumerevoli sproloqui di chi pensa di dire le cose che tutti vorremmo sentirci dire o dire. ma chi gli ha chiesto di dirle in fondo? milioni, miliardi di parole e di gente che pensa solo ai suoi interessi. e quelli che ancora pensiamo dovremmo riuscire ad agire. ali tarpate? ali tagliate? inabili al volo? se le parole falliscono e le azioni non si fanno, ci resta il pensiero, i sogni, gli ideali. la forza di un sorriso strappato ad uno dei nostri bambini che ancora non sa cosa sia il mondo.

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