giovedì 7 febbraio 2008

frequenza

un fulmine a ciel sereno. di quei cieli sereni senza nemmeno una nuvola e di un azzuro turchese che ti dà l'idea della trasparenza e dell'infinito. e questo fulmine, il cielo lo squarcia in due e poi scompare lasciando una lieve scia impercettibile, che l'occhio più attento ci mette un po' a captare. si sente uno strano odore, odore di acqua e di terra bagnata. e poi comincia a piovere. una pioggia sottile e battente, che scorre sul viso e sulle spalle e dà sollievo. e quell'occhio poco attento si ferma a guardare e scopre mille particolari e capisce la forma delle cose e si fa trasportare dallo scorrere delle gocce e le segue perchè gli disegnino un albero, un fiore, un volto, una mano. ogni goccia è diversa e uguale a quella che la precede e che la segue. quando si deposita, scivola via correndo veloce e poi si perde. e già non è più una goccia. è acqua, è fiume, è mare...o è solo una pozza che il sole asciugherà appena le nuvole se andranno via.
c'è bisogno di poesia, di sentimenti veri, di rabbia, di gioia, di tutto quello che l'essere umano è in grado di provare quando non è accecato dalla futilità di ogni giorno perso a pensare a come si farà domani. sognare non è reato, riflettere neanche. vorrei più giustizia a questo mondo, come tutti del resto, ma come nessuno sa fare.

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