sabato 31 maggio 2008

rimembranze

nemmeno riesco a trasmettere quanti ricordi può scatenare una canzone. sembra che quelle note racchiudano in sè tutte le immagini di una storia (la mia) precedentemente vissuta. suoni che ricordano suoni che ricordano immagini che ricordano vita. gioie, dolori, un universo di sentimenti e sensazioni che rimangono cristallizzate in delle melodie che mi hanno fatto compagnia in determinati momenti, che mi hanno fatto da colonna sonora e che oggi servono da reminder per quel film. Proust i sapori, io la musica. modi diversi di rivivere, di ricordare.

venerdì 30 maggio 2008

past and present

ho gli occhi stanchi...stasera nemmeno una mail...c'è calma piatta...forse dovevo essere anche io al FRU a godermi lo spettacolo...e invece la 600 (quando lo dico penso sempre agli anni '50) mi ha mollato e quindi rimando tutto a domani...non sarà male. gente nuova, simpatica, gente vecchia, simpatica. una di quelle serate che nella cornice dell'ex monastero non possono che essere meravigliose. fortunati noi studenti di lingue di Catania. ci tuffiamo in un mondo migliore solo varcando quella soglia, quel grande portone monumentale. sarò appassionata di storia anche per questo...o chissà, forse perchè guardo sempre al passato per riuscire a spiegare quello che succederà nel prossimo futuro. spirito critico e critica produttiva...devo ancora capire come fare.

Moon river

mercoledì 28 maggio 2008

Dead Man directed by Jim Jarmusch

ogni pellicola diretta da questo regista ha in sè qualcosa di geniale che sfugge a un occhio e un orecchio poco attento. i film di Jarmusch vanno assaporati, vanno assimilati, sono un appello a un apprezzamento studiato e maturato che solo dopo un po' si riesce ad esprimere. personalmente li adoro.

io non lo sapevo

poi dicono che preparare la tesi è una cosa inutile...io sto imparando più cose adesso di quante se ne imparino in tre anni di università. forse perchè comincio a relazionarmi con un mondo che mi interessa davvero. e se il teatro è nel mio cuore, adesso mi muovo verso la radio. chissà poi toccherà al cinema o forse no...una delle cose più curiose al momento è il DOP, dizionario di ortografia e pronuncia. alla luce di questa scoperta penso che un bel po' di gente che lavora alla radio e in tv (parlo di quella nazionale) lo sconosce proprio come me. o quanto meno non ne fa uso.

martedì 27 maggio 2008

non farti male

stai attenta...non correre...potresti cadere...se continui così va a finire che ti fai male...non vedi che ti potresti tagliare da un momento all'altro?...chiudi la finestra ché se ti alzi inavvertitamente ci sbatti la testa...metti meglio quello scatolone perchè potrebbe cadere giù e farti male... ... ...e poi? mi metto sotto una campana di vetro e guardo da lì il mondo vivere solo per evitare un graffio, una botta, un taglio? ma nemmeno per sogno. bisogna fare esperienza e tesoro. altrimenti non sarebbe vita.

domenica 25 maggio 2008

una di quelle

non è tanto una questione di pensieri o di parole, quanto più una generica sensazione che s'impossessa di me. in effetti non c'è nemmeno molto da dire al riguardo. forse è davvero una transizione da uno stato a un altro, e la percezione rende molto difficile, quasi impossibile rimanere distaccati. ai lati scorrono parallele due realtà ugualmente accettabili ed io in mezzo a cercare di capire da quale parte stare. non ci sono appigli, non c'è particolare attrazione, non c'è un motivo fondato che mi spinga a protendere per l'una o l'altra. ma in mezzo non si può stare, perchè si perderebbe l'una e l'altra possibilità. "ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere". già...ed è proprio per questo che mi rifiuto di camminare in un corridoio a guardare come opere d'arte le vite possibili. ogni esperienza ha bisogno di essere vissuta e fino in fondo coi suoi pro e i suoi contro. ho dentro un incessabile, inesplicabile bisogno di schierarmi.

venerdì 23 maggio 2008

libera l'estate

e man mano che si avvicina l'estate, comincia a cambiare tutto dentro e fuori. l'aria si fa calda e le mura anche di più e c'è voglia di libertà, di muoversi senza condizionamento alcuno. leggeri e spensierati nelle lunghe giornate e nelle notti che placano un po' quell'afa, aspettando l'alba magari sulla spiaggia. e il mare azzurro e affollato che ti ha atteso per quasi un anno, adesso si apre davanti a te per accoglierti nel suo profondo. e ti sembra di volare e di evadere e di ritrovare parte di te che si era assopita.

mercoledì 21 maggio 2008

lunedì 19 maggio 2008

falso contatto

determinati incontri non possono rimanere cristallizzati in momenti...c'è bisogno di viverli, di capire se rimarranno attimi e incontri o se racchiudono in sè qualcosa di importante, di fondamentale. uno sguardo, un'attesa, la vita di ogni giorno e gli spazi concessi o negati. la calma e l'angoscia, la fretta e la tranquillità , la pace e la guerra, il riso e il pianto. ogni respiro e ogni gesto e ogni parola vanno colti nel momento in cui nascono. non si può pretendere di far parte di quella storia, se quella storia è anni luce lontana da me. oggi sono in contatto con il mondo, comodamente seduta sulla mia poltroncina. la tv, il computer, la radio, il telefono offrono la possibilità di accorciare le distanze e di avere notizie in tempo reale. ma a che serve essere informati se poi io quella notizia, quella condizione non la vivo sulla mia pelle. non fraintendiamo. sapere quello che succede a chi non ci sta davanti è quanto di più "utile" ci possa essere, ma avere davanti a due centimetri la stessa situazione che mi viene comunicata non sarebbe sicuramente lo stesso. avrei delle emozioni, delle sensazioni totalmente diverse. mi farei una mia idea su quello che mi sta succedendo davanti, capirei cosa fare, cosa dire, forse eviterei di subire la cosa quasi come se fosse scontata. oramai non ci stupiamo più di nulla, ci stiamo immunizzando agli eventi. i morti, le guerre, le ingiustizie tutto comincia a rimbalzarci addosso, dalla tv alla radio, dal computer al telefono...stiamo perdendo il contatto con la vita.

sabato 17 maggio 2008

voglio ciò che manca

corre su un fil di lama la differenza tra il mancare e il volere. quel qualcosa che mi manca, è di solito quel che voglio e che per un motivo o per l'altro non sono riuscita ad avere. magari non mi sono mai chiesta se mi manca o no, ma so che il desiderio che mi spinge a conseguirlo viene da una mancanza profonda e radicata. viene da tutte quelle cose inutili che provano a riempirti la vita, ma che non mi soddisfano, non mi danno quello di cui ho realmente bisogno. e non è completamente vero che il bisogno me lo creo per una suggestione indotta. no, certe necessità, certi irreprimibili desideri ce li ho dentro e dentro me continuano a crescere o a decrescere senza che io me ne renda conto. forse l'appetito vien mangiando, ma è anche vero che se il pane non c'è ed io ho fame, la mia voglia non scompare semmai aumenta. ecco, non si deve mai pensare che tutto è perduto. credere nei propri desideri e nelle proprie volontà, annaffiandole con tanta fiducia e senza mai rassegnarsi, aiuta a raggiungere ciò che manca. o ciò che si vuole. sono sempre punti di vista.

Polpette col sugo...

300 gr. di carne tritata di prima scelta; gr. 100 pecorino grattugiato; gr. 400 pomodori maturi; gr. 50 pangrattato oppure 2 tocchi di pane bianco raffermo; cipolla, prezzemolo; origano; 2 uova; olio di oliva; sale, pepe.
mescolare la carne tritata con il formaggio, il pangrattato, (o se si desidera con il pane duro ammorbidito nel latte), un cucchiaio di prezzemolo tritato con mezza cipolla, sale e pepe impastare con due rossi d'uova. fate col composto delle polpette rotonde cui si avrà cura di affondare un dito al centro al fine di produrre una fossetta che ne agevoli la cottura. in un terrina in un pò di olio, fate appassire mezza cipolla tritata, unite i pomodori sbucciati e passati al setaccio, il sale, l'origano e lasciate per una decina di minuti, sul fuoco. aggiungete le polpette, mescolare e lasciare insaporire nella salsa per una decina di minuti.

venerdì 16 maggio 2008

sempre Machado

Era un niño que soñaba
un caballo de cartón.
Abrió los ojos el niño
y el caballito no vio.
Con un caballito blanco
el niño volvió a soñar;
y por la crin lo cogía...
¡Ahora no te escaparás!
Apenas lo hubo cogido,
el niño se despertó.
Tenía el puño cerrado.
¡El caballito voló!
Quedóse el niño muy serio
pensando que no es verdad
un caballito soñado.
Y ya no volvió a soñar.
Pero el niño se hizo mozo
y el mozo tuvo un amor,
y a su amada le decía:
¿Tú eres de verdad o no?
Cuando el mozo se hizo viejo
pensaba: Todo es soñar,
el caballito soñado
y el caballo de verdad.
Y cuando vino la muerte,
el viejo a su corazón
preguntaba: ¿Tú eres sueño?
¡Quién sabe si despertó!

Machado e il tempo

oggi conferenza su Antonio Machado. il tempo di scoprirlo e già me lo ritrovo analizzato da un prof italiano che insegnava spagnolo negli stati uniti...mah. continua a piacermi, grande poeta. forse il più grande di tutti gli spagnoli che ho avuto tra le mani e gli occhi. lui, ossessionato dal passare del tempo, lui che dava un valore temporale ad ogni parola. ogni verbo, ogni aggettivo, ogni sostantivo è impregnato di tempo quando Machado lo impiega in uno dei suoi versi. pessimista? decadentista? e chi non lo è...lo sono tutti quelli che hanno una sensibilità tanto spiccata da non riuscire a prendere la vita con quella leggerezza tipica dello strafottente. io cammino sulla linea di confine e cerco di sforare un po' di qua e un po' di là, senza mai strafare. adoro la poesia.

giovedì 15 maggio 2008

sono in tesi

devo ancora rendermene conto, però è così. sono in tesi. non vedo già l'ora di vederla finita. non mi deluderò. assolutamente no.

lunedì 12 maggio 2008

Monsieur Ibrahim et les fleurs du Corane

"ciò che tu dai momo, è tuo per sempre. ciò che tieni, è perso per sempre."

domenica 11 maggio 2008

così

a volte dimentico di vivere sulla terra in mezzo ad altri esseri umani e mi catapulto sulla mia stella nella galassia dove tutto è possibile solo se lo si desidera. e così dimentico quanto sia difficile stare a questo mondo e combattere ogni giorno per non sprofondare nel totale alienamento. qui tutti cercano di fotterti e nessuno è interessato a te per quello che vali...tutti guardano a quello che sei diventato poco importa come e perchè ci sei diventato. e possibilmente dentro ti senti una merda, ma all'occhio sociale e al tuo occhio sociale devi fare la tua bella figura. a volte mi chiedo cosa voglio essere, cosa voglio diventare, quale gradino della scala raggiungere e, anche se potrà sembrare una frase da galassia remota, io voglio solo essere una persona migliore. voglio solo il mio "orticello" e la mia soddisfazione, senza pestare nessuno, il resto poco importa.

variazione sul tema tetti

il periodo migliore

a chi volesse visitare la bella Sicilia, mi sento di consigliare che questo mese è davvero il migliore per godere appieno dell'ineguagliabile spettacolo che offre la natura. la luce del sole e le nuvole qua e là nel cielo, le miriadi di piante e fiori che adornano ogni angolo, gli odori della primavera e le primizie che si possono raccogliere direttamente sugli alberi, il mare spoglio e meraviglioso, quel calore che piace sentire dopo un inverno freddo. la sua faccia verde e lussureggiante dura davvero poco se già a giugno arriverà l'afa e brucerà tutto. si farà tutto giallo, secco, completamente arso. non ci saranno più fiori, nè piante, nè aria tiepida. sarà impossibile vedere il paesaggio che si può ammirare adesso appena fuori da una qualsiasi città. ci saranno lunghe file per raggiungere le località marine e tutta la gente si riverserà sulle spiagge, rendendole affollate e stanche. soffierà scirocco, e appiccicaticci e stremati dai 40 e passa gradi si cerca sollievo in una granita o dentro l'acqua. certo quando si deve lavorare è più difficile, ma si sopravvive lo stesso. è stupefacente come noi siciliani riusciamo ad adattarci ai cambi climatici senza soffrirne troppo. ma chi viene a visitare la nostra terra, no...non sono abbastanza forti...e questa terra la si odia e la si ama, si scappa via e poi si torna e ogni giorno che passa chi resta cerca di vincere una lotta. contro il freddo, contro il caldo, contro il fuoco, contro l'acqua, contro le porte che ti si sbattono in faccia, contro l'indifferenza, contro la noncuranza, contro tutto e tutti quelli che la Sicilia tentano solo di affossarla.

venerdì 9 maggio 2008

basta un niente

a volte, basta un niente ad interrompere il volo e riportarmi coi piedi ben saldati a terra. capita di perdere la testa, l'importante è ritrovarla e rimetterla a posto prima di vederla lì rotolante su quella strada senza via d'uscita che porta ad un inesorabile tracollo. è lecito vacillare di quando in quando e toccare il cielo con un dito, ma pensare di poter rimanere in quello stato di estasi per tutta la vita è da matti. la mente è un meccanismo perverso che fa apparire ai nostri occhi le cose come le vogliamo vedere, ma come in realtà non sono. o forse è il cuore? la doccia fredda, il fulmine a ciel sereno, guardarsi una mattina allo specchio e capire che il mondo non è rosa. tutto d'improvviso torna grigio, assordante, vuoto. e ci si ritrova di nuovo a fare le cose di ogni giorno e a vivere un po' meno del giorno prima e a stringere i denti e sorridere anche se non se ne ha nessuna voglia. è questo che la gente si aspetta da ognuno di noi. belle maschere che fanno compagnia e che riempiono le giornate. finti o no, poco importa. poi, basta reinventarsi e ricominciare.

giovedì 8 maggio 2008

Cantares...

Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.

Nunca persequí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.

Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temblar
súbitamente y quebrarse...

Nunca perseguí la gloria.

Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.

Al andar se hace camino
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.

Caminante no hay camino
sino estelas en la mar...

Hace algún tiempo en ese lugar
donde hoy los bosques se visten
de espinos
se oyó la voz de un poeta gritar
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."

Golpe a golpe, verso a verso...

Murió el poeta lejos del hogar.
Le cubre el polvo de un país
vecino.
Al alejarse le vieron llorar.
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."

Golpe a golpe, verso a verso...

Cuando el jilguero no puede
cantar.
Cuando el poeta es un peregrino,
cuando de nada nos sirve rezar.
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."

Golpe a golpe, verso a verso.

Antonio Machado

mercoledì 7 maggio 2008

a perdita d'occhio

e da qui, da questo quarto piano si vedono tutti, ma proprio tutti i tetti di questa città. e sono buffissimi. in lontananza si vedono quelli vecchi, fatti con le tegole antiche ricoperte da anni e anni di acqua e vento e muschi. e queste casette messe lì in maniera totalmente scomposta. sì, perchè non c'è un preciso ordine, le strade nemmeno si vedono, ma le case, strette strette fra di loro, segnano dei tragitti irregolari, delle curve e dei giri che fanno pensare a un nonsocchè di arabeggiante. e poi le cupole delle chiese che svettano come sentinelle sul caos. e man mano che si risale il paesaggio cambia, i tetti si fanno rossi e su alcune case solo terrazze, nessuna tegola. e le case qui si distanziano perchè magari si voleva dare più respiro...e anche qui sono tetti sempre scomposti, ma sparpagliati in un nonsense che ne ha del regolare. strade in salita che qui si vedono bene o in discesa se le si guarda nel verso opposto. oltre, le montagne tutto intorno racchiudono quest'accozzaglia. e oltre c'è un'altra sicilia. qui la cosa più singolare è il silenzio. non te lo aspetti il silenzio da una città. poi figurarsi se ci se lo aspetta da una città siciliana. ma in fondo fa bene. ogni tanto. ascoltare la voce del silenzio in questo luogo che conserva tanto di quella che era la sicilia di un tempo.

sabato 3 maggio 2008

9 maggio 2008 per non dimenticare

http://sicilian.net/wordpress/?p=546

uragano represso

tutto sembra scorrere tranquillamente. le notizie che trovi in giro sono sempre uguali. tutto si ripete. cambiano i nomi, cambiano i luoghi, ma i fatti sono sempre gli stessi. sembra che andiamo in contro a un totale appiattimento. sì, totale, perchè su tutti i fronti si respira la stessa aria vecchia e stantia. ci vorrebbe un po' di movimento...un po' di sano turbinio che dia un po' di senso a tutta questa anonima e passiva sfilata di mascherine che arrancano di qua e di là. se a volte mi fermo a guardare da un punto di vista diverso le cose, mi accorgo che non c'è un punto di vista migliore, quando quello che si guarda è uno spettacolo a 360° osceno. e dopo tutto, mi ritengo anche una persona ottimista. cerco sempre di trovare, di ricavare il meglio da ogni situazione. ma oggi è diventato proprio difficile. specialmente nel caso in cui non sei più tu a decidere, ma chi sta sopra di te. sappiamo quello che decidono di farci sapere. ci muoviamo in spazi che ci costruiscono per farci muovere come dicono. agiamo nella maniera che più gli aggrada. incosciamente. subdola tecnica che ha sempre i suoi effetti. non voglio essere una sagoma grigia. ho bisogno di colori, di espressività e di sapere. non siamo per niente liberi e sembra che la cosa non ci dia nemmeno fastidio.