giovedì 17 luglio 2008

non si può

spesso mi fermo a pensare a tutto quello che mi sta attorno e a come il passato sembra non riesca ad insegnarci nulla. andiamo avanti a tentoni e cerchiamo di raggiungere mete che non ci sarebbe davvero bisogno di anelare. siamo dispersi su questa terra e ci rinchiudiamo ogni momento di più dentro noi stessi e quello che vorremmo essere, dietro quell'immagine che pretendiamo di dare agli altri. storicamente sconfitti da anni ed anni di mediocrità e bassi profili, continuiamo a vivere delle nostre ipocrisie e ci contorniamo di tante falsità che abbiamo ormai perso di vista quella che si poteva considerare realtà. viviamo tra la rete virtuale e l'etere e ci cibiamo di notizie e spettacoli, più o meno futili, più o meno terrificanti. abbiamo paura dei nostri vicini, abbiamo paura di chi non appartiene alla nostra cultura, ma in fondo di Cultura ce ne resta poca. ci arrabbiamo se la fortuna non ci sorride e se la giornata ci va troppo male, senza pensare che forse da qualche parte c'è chi la giornata non riesce nemmeno a finirla...o meglio, la finisce e per sempre. vorrei tanto sapere perchè tutto va a rotoli, perchè cambiamento è sinonimo di peggioramento, perchè si va scadendo di giorno in giorno, perchè nonostante qualcuno cerchi di cambiare le cose, sento ancora ripetere la frase "ma a me chi me lo fa fare?". si potrebbe prevedere un'immensa tristezza e una conseguente perdita di entusiasmo, ma cercherò di avere una speranza stasera...domani andrà meglio, domani ci sarà una generazione che non si accontenterà, saranno i figli che noi non siamo stati e apriranno una nuova strada su questo mondo già troppo calpestato.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se,
Don
Chischiotte della mancia, si fosse reso conto preventivamente di stare combattendo contro i mulini a vento, avrebbe sicuramente esclamato: "ma chi me lo fa fare?" e accendendosi una sigaretta se ne sarebbe tornato a casa fischiettando, contento di non aver perso troppo tempo inutilmente. Allora forse è meglio che non se ne renda conto mai, e contninui a sognare di grandi lotte e della grande gloria della vittoria che non avrà? Ma ne varrà poi la pena di combattere delle battaglie perse solo per il gusto sadico dei lettori di vederlo schiantato in qualche pala ruotante? E allora pensiamo come Sancio, pronti immediatamente a destarlo e ripetergli...ma chi te lo fa fare? Ma è solo per non sentirci complici indegni di una indegna sconfitta? Troppo complesso per noi l'oggi...ci penserà qualcuno domani! ...

sonosoloio ha detto...

Interpretazione possibile del "Quijote", ma io ne ho sempre avuto una visione differente...sicuramente più ottimista...
Don Chisciotte, figura emblematica creata dal grande Miguel de Cervantes che rappresenta quanto di più eroico e cavalleresco ci sia nell'uomo. I suoi valori, la sua follia, le sue continue lotte sono una parodia delle epopee dei cavalieri di Francia tanto in voga nel XVI secolo. Sancho è la voce della sua coscienza e l'unico contatto con la realtà. Suo fedele scudiero, non può esimersi dallo stare dietro ad ogni impresa "persa in partenza", perchè le battaglie affascinano da sempre l'immaginario collettivo e conquistano anche l'animo più restio.
La verità è che se soltanto riuscissimo a trovare dentro noi il coraggio, quel folle coraggio, di combattere contro i mulini a vento, forse davvero potremmo sconfiggere i nemici della nostra pace e lasciare a chi viene dopo la giusta impronta da seguire.

Anonimo ha detto...

Era quello che speravo tu scrivessi... ;) le mie sopra erano domande, per me non ha senso aspettare le nuove generazioni ed essere spettatori inermi del proprio tempo, bisogna ricreare l'illusione utopica della vittoria per muoversi verso un battaglia forse già persa ma che vale sempre la pena di intraprendere, perchè è la strada dei valori, quelli veri e di una sana follia. In ogni caso... buon compleanno!