giovedì 10 aprile 2008

nella terra dei filosofi

qui adorano parlare per il gusto di farlo...davvero. parlano e riparlano della stessa cosa, ingrandendola, dilatandola finchè non arrivano al punto in cui non c'è più niente da dire sull'argomento, fino a non sapere nemmeno di cosa avevano iniziato a parlare. è così strano essere attorniati da lettere che non si capiscono, però dopo un po' ci fai l'abitudine e quasi non ci fai caso...cioè comincia a diventare normale: entri in un ristorante di cui non sai pronunciare il nome, non leggi il menu perchè è tutto in cirillico, ti adegui alla loro parlata vorticosa e quasi quasi vorresti imparare a parlarla, ma non dura tanto. non so definirli con altra parola che non sia problematici. lo sono. poi alla fine però trovano un escamotage, qualcosa che riesce a tirarli d'impiccio...mediterranei ma con un pizzico di quell'antico impero ottomano che gli è tanto stato vicino. greci come quei grandi filosofi e come quegli eroi che rivivono nelle loro tragedie. è la terra dei filosofi, è la terra del teatro.

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