giovedì 17 aprile 2008

forza e coraggio

stavolta cielo plumbeo, ancora tetti, pochi comignoli, paraboliche a bizzeffe e poi qualche rondine perchè dovrebbe essere già primavera inoltrata. e un gabbiano insolitamente vola libero ed elegante, segue le correnti e plana, cambia direzione disegnando in quel cielo miriadi di traiettorie come ghirigori. lo guardo incantata come sempre da tanta sicurezza e grazia. non sbaglia, non cede, è deciso. provo ad immaginare come gli sia tanto facile stare a chilometri di distanza dal mare, suo ambiente naturale, e cosa lo porti a spingersi tanto lontano, a voler sfidare la città senza paura. davvero tutto cambia. anche la natura sembra aver rivoluzionato i suoi ritmi, le sue regole. non c'è un luogo che sia ancora lo stesso di un anno fa. ed io pure mi allontano dalla mia terra e ogni volta che ritorno, trovo sempre qualcosa di diverso, perdo i passaggi intermedi e passo ai cambiamenti...dovrei stabilizzarmi. dovrei scegliere un posto dove vivere tutti i passaggi. non si può sempre sorvolare da qui a lì e tralasciare quello che ci sta in mezzo...o forse sì. o forse è meglio girare e rigirare e cercare di cogliere ogni possibilità, ogni occasione che mi viene data e infischiarmene del contesto, di quello che c'è attorno, perchè in fondo un luogo vale l'altro e la gente è gente dappertutto. gli affetti me li porto sempre con me, nel cuore. la mente ha altre cose a cui pensare. sempre più impegnata a prendere decisioni che dovrebbero gettare le basi di un futuro che si avvicina ogni giorno di più. e il gabbiano continua a volare. io sogno quella libertà e quella sicurezza e mi sento infinitamente piccola e insignificante davanti a tanta forza. prendere una decisione e fare una scelta è quello che ci si aspetta da ognuno di noi, una volta arrivati all'inevitabile bivio. anche scegliere di non scegliere è fare la propria scelta...seguire l'istinto è già qualcosa, seguire la coscienza è molto di più, ponderare i fattori e ragionare è il massimo. tic, tac...vorrei tanto che l'orologio scandisse sempre gli stessi dieci minuti ritardando e dilatando il tempo incredibilmente. ma poi sarebbe come vivere nel limbo. sarebbe come stare fermi in una transizione perenne, vedere passare tutto e tutti e non avere voce in capitolo. il mio disegno è già pronto. devo aggiungere le tesserine e metterle al loro posto secondo la logica e sarà molto semplice alla fine vedere il quadro completo. e perchè il tempo non diventi un'angoscia, basta vivere ogni giorno intensamente e con la consapevolezza che quel giorno è una pagina importante anche quando sembra sprecato. questo mio stupido ottimismo mi potrebbe distruggere o portare da qualche parte accanto alle stelle, a dipingere traiettorie che somigliano a ghirigori e a lasciare scie sempre più lunghe alle quali appendere tutte le mie sofferte conquiste. che c'è di male ad amare la vita? faccio dell'imprevisto il mio stimolo e dell'emergenza la mia vocazione, districandomi nel labirinto delle casualità senza dare a vedere nemmeno per un attimo il panico, e col coraggio datomi da quel pizzico d'incoscienza continuo ad andare avanti. perchè so già che lì, avanti, è dove voglio andare.

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