domenica 11 maggio 2008
il periodo migliore
a chi volesse visitare la bella Sicilia, mi sento di consigliare che questo mese è davvero il migliore per godere appieno dell'ineguagliabile spettacolo che offre la natura. la luce del sole e le nuvole qua e là nel cielo, le miriadi di piante e fiori che adornano ogni angolo, gli odori della primavera e le primizie che si possono raccogliere direttamente sugli alberi, il mare spoglio e meraviglioso, quel calore che piace sentire dopo un inverno freddo. la sua faccia verde e lussureggiante dura davvero poco se già a giugno arriverà l'afa e brucerà tutto. si farà tutto giallo, secco, completamente arso. non ci saranno più fiori, nè piante, nè aria tiepida. sarà impossibile vedere il paesaggio che si può ammirare adesso appena fuori da una qualsiasi città. ci saranno lunghe file per raggiungere le località marine e tutta la gente si riverserà sulle spiagge, rendendole affollate e stanche. soffierà scirocco, e appiccicaticci e stremati dai 40 e passa gradi si cerca sollievo in una granita o dentro l'acqua. certo quando si deve lavorare è più difficile, ma si sopravvive lo stesso. è stupefacente come noi siciliani riusciamo ad adattarci ai cambi climatici senza soffrirne troppo. ma chi viene a visitare la nostra terra, no...non sono abbastanza forti...e questa terra la si odia e la si ama, si scappa via e poi si torna e ogni giorno che passa chi resta cerca di vincere una lotta. contro il freddo, contro il caldo, contro il fuoco, contro l'acqua, contro le porte che ti si sbattono in faccia, contro l'indifferenza, contro la noncuranza, contro tutto e tutti quelli che la Sicilia tentano solo di affossarla.
venerdì 9 maggio 2008
basta un niente
a volte, basta un niente ad interrompere il volo e riportarmi coi piedi ben saldati a terra. capita di perdere la testa, l'importante è ritrovarla e rimetterla a posto prima di vederla lì rotolante su quella strada senza via d'uscita che porta ad un inesorabile tracollo. è lecito vacillare di quando in quando e toccare il cielo con un dito, ma pensare di poter rimanere in quello stato di estasi per tutta la vita è da matti. la mente è un meccanismo perverso che fa apparire ai nostri occhi le cose come le vogliamo vedere, ma come in realtà non sono. o forse è il cuore? la doccia fredda, il fulmine a ciel sereno, guardarsi una mattina allo specchio e capire che il mondo non è rosa. tutto d'improvviso torna grigio, assordante, vuoto. e ci si ritrova di nuovo a fare le cose di ogni giorno e a vivere un po' meno del giorno prima e a stringere i denti e sorridere anche se non se ne ha nessuna voglia. è questo che la gente si aspetta da ognuno di noi. belle maschere che fanno compagnia e che riempiono le giornate. finti o no, poco importa. poi, basta reinventarsi e ricominciare.
giovedì 8 maggio 2008
Cantares...
Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.
Nunca persequí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.
Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temblar
súbitamente y quebrarse...
Nunca perseguí la gloria.
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.
Caminante no hay camino
sino estelas en la mar...
Hace algún tiempo en ese lugar
donde hoy los bosques se visten
de espinos
se oyó la voz de un poeta gritar
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."
Golpe a golpe, verso a verso...
Murió el poeta lejos del hogar.
Le cubre el polvo de un país
vecino.
Al alejarse le vieron llorar.
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."
Golpe a golpe, verso a verso...
Cuando el jilguero no puede
cantar.
Cuando el poeta es un peregrino,
cuando de nada nos sirve rezar.
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."
Golpe a golpe, verso a verso.
Antonio Machado
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.
Nunca persequí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.
Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temblar
súbitamente y quebrarse...
Nunca perseguí la gloria.
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino
y al volver la vista atrás
se ve la senda que nunca
se ha de volver a pisar.
Caminante no hay camino
sino estelas en la mar...
Hace algún tiempo en ese lugar
donde hoy los bosques se visten
de espinos
se oyó la voz de un poeta gritar
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."
Golpe a golpe, verso a verso...
Murió el poeta lejos del hogar.
Le cubre el polvo de un país
vecino.
Al alejarse le vieron llorar.
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."
Golpe a golpe, verso a verso...
Cuando el jilguero no puede
cantar.
Cuando el poeta es un peregrino,
cuando de nada nos sirve rezar.
"Caminante no hay camino,
se hace camino al andar..."
Golpe a golpe, verso a verso.
Antonio Machado
mercoledì 7 maggio 2008
a perdita d'occhio
e da qui, da questo quarto piano si vedono tutti, ma proprio tutti i tetti di questa città. e sono buffissimi. in lontananza si vedono quelli vecchi, fatti con le tegole antiche ricoperte da anni e anni di acqua e vento e muschi. e queste casette messe lì in maniera totalmente scomposta. sì, perchè non c'è un preciso ordine, le strade nemmeno si vedono, ma le case, strette strette fra di loro, segnano dei tragitti irregolari, delle curve e dei giri che fanno pensare a un nonsocchè di arabeggiante. e poi le cupole delle chiese che svettano come sentinelle sul caos. e man mano che si risale il paesaggio cambia, i tetti si fanno rossi e su alcune case solo terrazze, nessuna tegola. e le case qui si distanziano perchè magari si voleva dare più respiro...e anche qui sono tetti sempre scomposti, ma sparpagliati in un nonsense che ne ha del regolare. strade in salita che qui si vedono bene o in discesa se le si guarda nel verso opposto. oltre, le montagne tutto intorno racchiudono quest'accozzaglia. e oltre c'è un'altra sicilia. qui la cosa più singolare è il silenzio. non te lo aspetti il silenzio da una città. poi figurarsi se ci se lo aspetta da una città siciliana. ma in fondo fa bene. ogni tanto. ascoltare la voce del silenzio in questo luogo che conserva tanto di quella che era la sicilia di un tempo.
sabato 3 maggio 2008
uragano represso
tutto sembra scorrere tranquillamente. le notizie che trovi in giro sono sempre uguali. tutto si ripete. cambiano i nomi, cambiano i luoghi, ma i fatti sono sempre gli stessi. sembra che andiamo in contro a un totale appiattimento. sì, totale, perchè su tutti i fronti si respira la stessa aria vecchia e stantia. ci vorrebbe un po' di movimento...un po' di sano turbinio che dia un po' di senso a tutta questa anonima e passiva sfilata di mascherine che arrancano di qua e di là. se a volte mi fermo a guardare da un punto di vista diverso le cose, mi accorgo che non c'è un punto di vista migliore, quando quello che si guarda è uno spettacolo a 360° osceno. e dopo tutto, mi ritengo anche una persona ottimista. cerco sempre di trovare, di ricavare il meglio da ogni situazione. ma oggi è diventato proprio difficile. specialmente nel caso in cui non sei più tu a decidere, ma chi sta sopra di te. sappiamo quello che decidono di farci sapere. ci muoviamo in spazi che ci costruiscono per farci muovere come dicono. agiamo nella maniera che più gli aggrada. incosciamente. subdola tecnica che ha sempre i suoi effetti. non voglio essere una sagoma grigia. ho bisogno di colori, di espressività e di sapere. non siamo per niente liberi e sembra che la cosa non ci dia nemmeno fastidio.
giovedì 1 maggio 2008
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