domenica 25 gennaio 2009

in treno

sto seduta. mi scorre tutto davanti però all'indietro, perchè la sorte ha voluto che mi fosse assegnato un posto nella direzione opposta della marcia. poco male. mi sembra di avere la ossibilità di vedere di più. già è una sensazione, forse legata al fatto che quello che passa lo sappiamo già, lo conosciamo perchè vissuto; quello che viene è sempre una scoperta, qualcosa a venire di cui idea non abbiamo per niente o quasi.
la gente intorno legge, ricama, dorme, ascolta musica, parla al telefono. nessuno che si metta a fare due chiacchiere col vicino, nemmeno io, in fondo, che preferisco scrivere questo post piuttosto che conoscere qualcuno. cominciamo a disinteressarci dell'altro? abbiamo pochi argomenti a disposizione? paura di risultare invadenti? forse è che alle 9.40 di domenica mattina c'è poco da dire e da stare ad ascoltare.
il paesaggio è quello classico del centro; tanto verde, tanti alberi, nudi, qualcuno dalle foglie rosse, oliveti, qualche fiumiciattolo qua e là e poi tanto cielo, un po' coperto. e poi quelle casupole basse, ricoperte di pietre chiare e con le tegole dei tetti tutte rosse. paesaggi di campagna. rilassanti. decisamente li preferisco. o meglio, l'importante è scappare dalla città, ogni tanto.
così, su un treno che mi porta a un'altra casa, altra gente a me cara, e che mi da tempo a disposizione per scrivere, pensare, riflettere e rilassarmi.

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